Come reagisce una persona quando diviene consapevole di aver "scampato un pericolo"? Esistono delle differenze individuali che possono influenzare il comportamento dopo un evento "critico"? A queste domande proviamo a rispondere con un'interessante ricerca realizzata sul campo. Sabato 13 gennaio 2018 per circa 40 minuti gli abitanti delle Isole Hawaii hanno vissuto un vero e proprio incubo. Hanno temuto infatti di essere sotto un attaccomissilistico. Le persone hanno improvvisamente ricevuto un messaggio sui propri smartphone in cui veniva detto loro di trovare immediatamente un rifugio,inoltre in esso veniva specificato come non si trattasse di un’esercitazione. Inrealtà il messaggio era partito per un errore da parte di un dipendente della Hawaii Emergency Management Agency, un’agenzia governativa che si occupa delle emergenze e che da mesi si stava preparando per gestire un potenziale attacco missilistico da parte della Corea del Nord . Per fortuna si è trattato di un errore che ha comunque provocato, come è comprensibile, uno stato di angoscia negli abitanti delle isole Hawaii. Uno studio condotto da alcuni psicologi ha voluto approfondire la dimensione emozionale delle persone che hanno subito questo evento “stressante”. I ricercatori hanno analizzato oltre 1 milione diTweet scritti dagli abitanti delle Hawaii sei settimane prima del falso allarme e diciotto giorni dopo l’evento.
Attraverso un’analisi statistica i Tweet sono stati raggruppati in tre clusters principali: bassa, media ed alta ansia. Come è comprensibile
durante il presunto attacco missilistico il livello dell’ansia è aumentato in modo esponenziale e ciò è avvenuto in tutti e tre i gruppi presi in esame. L’aspetto interessante però riguarda il gruppo con “bassa ansia” che ha mostrato un ulteriore picco dopo l’evento, mentre il gruppo con
“alta ansia” ha mostrato una riduzione significativa della tensione emotiva. Secondo gli psicologi questo dato, percerti versi sorprendente, può essere spiegato con il fatto che l’esposizione al rischio di una morte imminente
mette in prospettiva l’individuo in una dimensione diversa rispetto ai fattori di stress quotidiani presenti nelle persone normalmente ansiose. Per questa ragione gli
ansiosi hanno reagito meglio dopo l’evento stressante. Per certi versi è un fenomeno che è emerso anche durante il primo lockdown.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
Jones, N. M.,& Silver, R. C. (2019, July 25). This Is Not a Drill: Anxiety on Twitter Following the 2018 Hawaii False Missile Alert. American Psychologist .Advance online publication. FirstPublication, July 25, 2019.
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