Nel 2020 quando scoppiò la pandemia divenne presto chiaro al mondo scientifico che non eravamo di fronte a una normale patologia respiratoria (una “banale influenza”). Infatti i danni che è in grado di produrre il virus SARS-CoV-2 all’organismo non si limitano solo ai polmoni ma includono, ad esempio, il cuore e il cervello. Come è noto molte persone riportano una perdita del gusto e dell’olfatto e in alcuni casi questo problema persiste per diverse settimane o addirittura dei mesi. Questo aspetto del COVID-19 suggerisce un potenziale effetto sul Sistema Nervoso Centrale. Infatti iniziano ad emergere evidenze che i pazienti ricoverati per COVID-19 possono sviluppare una serie di problematiche neurologiche e psicologiche. Questo aspetto coinvolge in modo particolare i pazienti che hanno contratto una forma severa della malattia. Non è ancora ben chiaro quali siano gli effetti neurologici nei pazienti ricoverati ed è ancora più difficile circoscrivere l’impatto della SARS-CoV-2 sulle forme meno gravi. Il Dott. Mark Ellul dell’Università di Liverpool ha descritto una serie di sintomi neurologici su un campione di 901 pazienti con COVID-19. In particolare:
Fonte: The Lancet Neurology. Neurological associations of COVID-19. July 02, 2020
Un altro studio pubblicato sul “The New England Journal of Medicine” ha evidenziato la presenza di problemi neurologici in pazienti COVID (Helms,2020) anche se bisogna dire che questa ricerca ha coinvolto un numero limitato di persone. In realtà è molto probabile che il COVID-19 possa generare dei problemi di carattere neurologico come sostiene il Dott. Majid Fotuhi (Direttore medico del NeuroGrow Brain Fintness Center) e autore di un’approfondita revisione sugli effetti del virus SARS-CoV-2 sul Sistema Nervoso Centrale pubblicata sulla rivista Journal of Alzheriimer’s Disease. La stima attuale è che una percentuale compresa tra il 30 e il 50% di pazienti ospedalizzati per il COVID-19 possa sviluppare un problema neurologico anche severo (ad es. ictus) e dei sintomi come: mal di testa, vertigini, debolezza, confusione, problemi nei movimenti oculari, convulsioni e paralisi. I problemi più comuni registrati sono ictus e delirium, oltre alla già citata perdita del gusto e dell’olfatto. Purtroppo tali problematiche possono riguardare anche pazienti che hanno presentato lievi problemi respiratorio (Paterson, RW, et al.,2020).
Un dato interessante che sembra emergere riguarda l'influenza spagnola, ovvero la pandemia che ha flagellato il mondo circa 100 anni fa dopo la prima guerra mondiale. Anche in questo caso si sono
registrati dei problemi neurologici anche severi a distanza di mesi o addirittura di anni dall’infezione. Si sa anche che le epidemie di SARS (2003) e della MERS (2012) hanno prodotto effetti simili al COVID-19 per quanto riguarda i
danni neurologici. Il mondo scientifico teme che il
COVID-19 possa lasciare un’eredità ancora più pesante considerando i numeri delle persone coinvolte direttamente dall’infezione e a cui dobbiamo ovviamente aggiungere l’impatto emozionale della pandemia
(ad es. lutto complicato nei care giver, ansia, depressione, fobie specifiche, dipendenze, insonnia e altre difficoltà psicologiche). Non si può escludere che alcuni danni generati dal virus possano essere permanenti. Per questa ragione è importante valutare e approfondire le
problematiche neurologiche e psicologiche della pandemia per agire da subito in termini preventivi. Un approccio questo che richiede una collaborazione trasversale tra medici, neurologi, psichiatri, psicologi e neuropsicologi. Inoltre, è importate
continuare a sensibilizzare la popolazione sull’importanza delle vaccinazioni, contenere l’impatto delle fake news e la diffusione delle teorie cospirazioniste.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
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