Per lavaggio del cervello si intende un insieme di strategie psicologiche, di carattere coercitivo, che perseguono l’obiettivo di produrre dei cambiamenti profondi negli atteggiamenti, nelle convinzioni, nelle emozioni e nei comportamenti di una persona. Le vittime del cosiddetto lavaggio del cervello sono ad esempio i prigionieri di guerra, i membri di culti religiosi e delle sette. L’espressione lavaggio del cervello è di uso popolare e viene spesso utilizzata all’interno di narrazioni come libri o film di genere thriller o fantascientifico.
In realtà non esiste una definizione univoca su che cosa sia esattamente il lavaggio del cervello malgrado questa espressione abbia avuto una larga diffusione tra il pubblico. Se da un lato è innegabile che esistano delle tecniche manipolative d’altro canto parlare solo di lavaggio del cervello risulta particolarmente fuorviante, riduttivo e questa espressione è priva di una solida base scientifica.
Il suicidio di massa avvenuto a Jonestown negli Stati Uniti nel 1978 rappresenta uno dei casi più aggancianti di manipolazione psicologica avvenuta all’interno di una setta. Come è stato possibile “convincere” 900 persone a togliersi la vita semplicemente perché il capo della setta Jim Jones ha ordinato di farlo? Il fascino che l’ipotesi del lavaggio del cervello suscita nelle persone è più che comprensibile: si tratta infatti di una spiegazione semplice e per certi versi rassicurante. Nell’immaginario comune le persone “normali” non si sarebbero mai conformate nel seguire le follie deliranti di questo guru e quindi è impossibile che qualcosa di simile possa accadere a tutti noi.
La realtà è ben diversa e il conformismo può produrre effetti devastanti nei gruppi sociali e ne abbiamo diversi esempi come il bullismo, il mobbing, l’esclusione sociale, lo stigma e i pregiudizi verso le minoranze, fino ad arrivare ai crimini efferati o alle dittature. Pensare che solo le persone con qualche fragilità possano finire all’interno di sette o subire il “lavaggio del cervello” è quindi solo una spiegazione rassicurante per placare l’ansia. Nessuno può dirsi immune a certe dinamiche soprattutto quando queste avvengono all’interno di un gruppo sociale. Infatti le persone che sono vittima di sette, di maghi o di guru possono avere anche un’istruzione universitaria, appartenere all’élite o rivestire posizioni apicali, ma questo non è sufficiente per garantire loro una protezione rispetto a certi contesti manipolativi. È ben noto come alcuni decisori (anche politici) abbiano subito il fascino dell’esoterismo, dei medium o di qualche movimento pseudo-religioso e come questo possa aver influenzato le loro azioni. Se anche le persone che possiedono strumenti cognitivi e culturali finiscono per subire una profonda manipolazione è evidente che la spiegazione del “lavaggio del cervello” sia piuttosto superficiale e semplicistica.
Per il senso comune è difficile accettare che una persona ritenuta normale possa commettere degli atti violenti o aggressivi verso un suo simile. Purtroppo, le evidenze che sono emerse in questi anni, dimostrano proprio il contrario. Non sono solo le persone considerate deboli o fragili a subire l’influenza di un leader carismatico o di un guru, ma tutti possono finire in queste dinamiche disfunzionali. Nel 1961 lo Stanley Milgram creò un esperimento destinato a diventare un classico della psicologia sociale. Per analizzare il comportamento umano definì le seguenti condizioni sperimentali coinvolgendo degli studenti universitari privi di uno specifico tratto psicopatologico. L’esperimento prevedeva che i partecipanti ponessero delle domande a una persona che si trovava in un’altra stanza legata a una poltrona e collegata a degli elettrodi. Ogni volta che il soggetto sbagliava gli studenti avevano l’ordine di aumentare l’intensità della scossa elettrica. Man mano che l’esperimento proseguiva il soggetto provava sempre più dolore e le sue urla e le richieste disperate di interrompere erano chiaramente udite dagli studenti. Inoltre sulla manopola per regolare l’intensità della scossa elettrica era ben evidente il livello di pericolosità e quindi il rischio per la salute a cui sottoponevano l’altra persona. In realtà il soggetto che doveva rispondere alle domande era un attore e l’effetto delle scosse elettriche era solo simulato, ma gli studenti non ne erano a conoscenza.
Il senso comune porterebbe a credere che di fronte alla sofferenza di un altro essere umano una persona normale sarebbe portata subito ad interrompere la somministrazione di scosse non solo dolorose, ma potenzialmente letali; soprattutto se legate a un compito banale come il dover rispondere correttamente a delle domande. L’esperimento di Milgram diede dei risultati completamente diversi. I partecipanti all’esperimento si erano conformati alle decisioni del leader, avevano messo da parte velocemente i valori morali e la loro etica e annullato ogni forma di empatia. La scusa di tale comportamento fu una delle più classiche ovvero “stavo facendo solo il mio dovere ed eseguivo gli ordini”. L’obbedienza all’autorità è una dinamica inquietante ma molto più semplice da realizzare di quanto possiamo immaginare. Non è il caso quindi di tirare il ballo il concetto di lavaggio del cervello quanto piuttosto di comprendere come il comportamento umano sia soggetto a variabili alle volte molto più banali e per questa ragione molto più preoccupanti.
L'onda è un film del 2008 tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore Todd Strasser liberamente ispirato a un esperimento di psicologia sociale. Un insegnate di liceo vuole dimostrare come nascono certe dinamiche autoritarie creando lui stesso un esperimento sociale con la sua classe. Fonda così un movimento basato sulla disciplina, l'ordine e lo spirito di appartenenza di cui lui stesso diventa il leader.
Sto solo seguendo gli ordini!
Le persone comuni svolgendo semplicemente il loro lavoro e senza mettere in discussione una leadership autoritaria possono compiere degli atti violenti e aggressivi verso un altro essere umano. Anche quando gli effetti distruttivi del loro comportamento divengono evidenti solo pochissime persone hanno la capacità di fermarsi e di andare contro l’autorità. Questo tipo di dinamica può emergere in qualsiasi contesto anche nelle organizzazioni di stampo cooperativo e non solo negli ambiti in cui la catena di comando e gerarchica è ben definita.
I luoghi comuni da sfatare sulla manipolazione mentale:
Solo le persone fragili finiscono nelle sette!
Questa convinzione è palesemente errata ma svolge una funzione rassicurante per la maggior parte delle persone. Le evidenze dimostrano come ogni persona potenzialmente è a rischio di finire all’interno di una spirale manipolativa.
È un concetto di senso comune che trova ben poche conferme a livello scientifico. Più che di lavaggio del cervello bisogna accettare la realtà che la mente umana possa subire delle manipolazioni profonde a causa del funzionamento dei processi cognitivi, emozionali e relazionali. La razionalità è per sua definizione limitata e la mente è soggetta a processi euristici e bias. In pratica il concetto del lavaggio del cervello è una visione autoprotettiva che tende a svolgere una funzione rassicurante.
La maggior parte delle persone crede che i comportamenti d’acquisto siano scevri da qualsiasi influenza legata alla comunicazione. In realtà è evidente come la ripetizione ossessiva di un messaggio e l’uso di alcune strategie di comunicazione e di marketing siano in grado di far emergere dei bisogni latenti nelle persone. Gli influencer (che altro non sono che l’evoluzione del concetto di testimonial) rappresentano un esempio di come sia possibile modificare le preferenze, le aspettative e di conseguenza anche i comportamenti d’acquisto dei consumatori. Non attraverso una manipolazione mentale, come si credeva una volta, ma molto più banalmente stimolando processi cognitivi, emozionali, motivazionali e sociali già presenti nel consumatore. Il concetto di un consumatore passivo e manipolabile è ben lontano dalla realtà dei fatti e distante dalle modalità di funzionamento mentale.
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
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