“Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per 15 minuti” recitava un noto adagio di Andy Warhol e oggi potremmo parafrasare questa frase con il diritto alla privacy. Il tema della riservatezza è diventato centrale nella nostra società generando però una serie di incredibili paradossi. Se da un lato si continuano a introdurre norme sempre più severe per gestire i dati, dall’altro viviamo letteralmente immersi nella costante condivisione delle nostre esistenze. Diversi scandali hanno coinvolto proprio l’utilizzo dei dati personali che rappresentano oggi un valore aggiunto per coloro che si occupano di marketing anche di quello politico. I BigData, gli algoritmi e la potenza di calcolo che abbiamo oggi a disposizione rappresentano nel loro insieme una sorta di tempesta perfetta che sta conducendo verso un’analisi sempre più raffinata dell’essere umano e che sta iniziando a produrre dei modelli previsionali di tipo probabilistico del comportamento delle persone. Malgrado questo tema sia spesso oggetto di dibattiti politici la maggior parte degli individui sembra provare uno scarso interesse verso la privacy. Infatti le piattaforme social alternative e i motori di ricerca che garantiscono la riservatezza dei dati sono utilizzati da una nicchia limitata di persone.
La tecnologia ci ha permesso di comunicare facilmente in ogni momento sia da casa che quando siamo in viaggio. Un vantaggio che è stato utile anche per affrontare la pandemia e la distanza tra le persone. Ma tutto questo ha prodotto un
inevitabile impatto anche sui comportamenti delle persone modificando per sempre le abitudini e producendo anche delle ricadute negative. Gli esseri umani mostrano un interesse naturale verso le narrazioni che non riguardano direttamente il loro quotidiano. Per questa ragione i VIP vengono oggi seguiti sui social network sia per sostenerli che per attaccarli in modo aggressivo. Si vengono a
formare facilmente delle reti sociali che possono anche dar luogo alla diffusione di credenze e convinzioni ascientifiche come nel caso delle
fake news.
Oggi è
molto più semplice fare “gossip”
ovvero discutere di una persona quando questa non è presente e lo si fa raccogliendo soprattutto delle informazioni attraverso i social.
Il
pettegolezzo è un comportamento sociale tipico dell’essere umano che però può provocare anche dei danni alle persone attraverso la
condivisione di “voci incontrollate” e “rumors”. Il
successo dei social network deriva proprio dalla spontanea abitudine delle persone nel voler condividere e nel diffondere delle informazioni e dalla curiosità e dal desiderio di essere costantemente aggiornati sulla vita degli altri.
Secondo una recente ricerca coloro che sono più sensibili al tema della privacy sembrano avere un tratto di maggiore introversione al punto che potrebbe influenzare la loro scelta dell’app con cui messaggiare. Infatti anche se WhatsApp è stato spesso al centro di polemiche sulla sicurezza e sulla privacy l’uso di strumenti alternativi non sembra destare un grande interesse da parte del largo pubblico. La ricerca condotta da Sindermann, C., Lachmann, B., Elhai, J. D., & Montag, C. (2021) ha analizzato le differenze di personalità tra gli utilizzatori di WhatsApp e coloro che usano i sistemi alternativi più inclini a proteggere la privacy degli utenti (come Telegram e Signal). Il campione era composto da quasi 8000 persone che sono state coinvolte in un sondaggio online. I partecipanti all’esperimento hanno fornito indicazioni sull’utilizzo di WhatsApp, Telegram o di un altro sistema di comunicazione alternativo e hanno compilato anche il test del BigFive. I risultati ottenuti hanno mostrato come quasi il 70% di coloro che usano WhatsApp lo fanno senza mostrare una particolare apprensione sul tema della privacy ed evitando quindi di ricorrere a strumenti alternativi di comunicazione. Il loro atteggiamento si è rilevato più orientato verso la dimensione dell’estroversione. La situazione invece si è capovolta tra coloro che dichiaravano di utilizzare un sistema alternativo poiché questi sono risultati più introversi. Questi sono ovviamente dei dati provvisori dato che il tratto di personalità potrebbe essere solo uno dei tanti fattori che orientano il processo di decisione delle persone.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Fonte:
Sindermann, C., Lachmann, B., Elhai, J. D., & Montag, C. (2021). Personality associations with WhatsApp usage and usage of alternative messaging applications to protect one’s own data. Journal of Individual Differences. Advance online publication.
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