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Piano di emergenza e di evacuazione: il fattore umano

2 novembre 2023

Nei momenti di emergenza, il comportamento umano assume un ruolo chiave nel determinare la riuscita delle operazioni di evacuazione e salvataggio. Le reazioni degli individui di fronte a situazioni di pericolo possono influire notevolmente sulle strategie di evacuazione e sulla sicurezza complessiva di un edificio o di un'area. Pertanto, è fondamentale che i piani di emergenza e di evacuazione tengano conto dell'aspetto umano al fine di garantire un processo di evacuazione efficiente ed efficace.

Piano di emergenza e di evacuazione il fattore umano

Che cos'è un Piano di Emergenza e di Evacuazione?

Il Piano di Emergenza e di Evacuazione (PEE) è uno strumento fondamentale per la gestione delle situazioni di pericolo e per garantire la sicurezza di individui e comunità. Questo documento, da integrare al Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), descrive le procedure da adottare in caso di emergenze interne o esterne, come incendi, esplosioni, crolli o calamità naturali come terremoti o eruzioni vulcaniche.  Il Piano di Emergenza ed Evacuazione è un piano operativo che fornisce linee guida e istruzioni specifiche per affrontare situazioni di emergenza. Il suo obiettivo principale è quello di proteggere la vita umana, ridurre al minimo i danni materiali e garantire una risposta rapida ed efficace alle situazioni di pericolo. Il PEE è un documento dinamico che deve essere regolarmente aggiornato per tenere conto delle modifiche organizzative o del contesto ambientale.

È importante che il PEE sia facilmente comprensibile e accessibile a tutte le persone coinvolte, utilizzando un linguaggio chiaro e conciso. Un aspetto fondamentale da considerare nella redazione del PEE è il comportamento umano di fronte alle situazioni di emergenza. Durante gli eventi critici, le persone possono manifestare reazioni diverse, come panico, paralisi o incertezza sulle azioni da intraprendere. Pertanto, il PEE deve prevedere strategie per gestire queste reazioni, promuovendo la calma, la comunicazione efficace e l'addestramento adeguato del personale. È importante comprendere che la risposta delle persone durante una situazione di emergenza può influire significativamente sull'efficacia del PEE. Pertanto, è necessario considerare il comportamento umano come un elemento chiave nella pianificazione e nell'attuazione delle procedure di emergenza.

Il PEE deve includere linee guida dettagliate sulle reazioni di fuga durante un'evacuazione. È importante ricordare che per realizzare un modello affidabile del comportamento umano durante le situazioni di emergenza è fondamentale far riferimento alle scienze psicologiche ed ai sistemi digitali che possono generare delle previsioni probabilistiche.

Come si comportano le persone durante un'emergenza?

Durante le situazioni di emergenza, le persone tendono a reagire in modi diversi. Contrariamente alla comune credenza, molti individui non cercano immediatamente una via di fuga, ma attendono segnali supplementari o discutono con i colleghi sulla causa dell'emergenza. Questo comportamento può portare a ritardi nella risposta e compromettere la sicurezza di tutti coloro coinvolti. Pertanto, i piani di emergenza devono prevedere una comunicazione chiara e tempestiva, fornendo informazioni precise sulla situazione e sulle azioni da intraprendere. Se il pericolo è percepito come reale una delle reazioni più comuni durante le emergenze è la fuga. Tuttavia, anche in questo caso, le persone possono manifestare comportamenti diversi. Alcuni possono essere pronti ad agire rapidamente, dirigendosi immediatamente verso le uscite di emergenza, mentre altri possono sentirsi paralizzati dalla paura o incerti sulle azioni da intraprendere. Queste differenze individuali possono influire sull'efficacia complessiva dell'evacuazione e mettere a rischio la sicurezza di tutti. Di conseguenza, i piani di evacuazione devono essere sviluppati tenendo conto di queste variazioni comportamentali, fornendo istruzioni chiare e promuovendo costanti esercitazioni che consentano alle persone di gestire al meglio l'ansia.

Come reagiscono gli esseri umani di fronte a un pericolo?

Le reazioni umane davanti a un pericolo sono una manifestazione complessa e poco prevedibile del nostro sistema nervoso, che coinvolge una serie di risposte emotive, cognitive e fisiologiche ed in particolare:

  • La paura è una risposta emotiva primaria che ci mette in guardia dai pericoli potenziali. Tuttavia, la sua manifestazione può variare significativamente da individuo a individuo, poiché le esperienze personali, l'educazione, la cultura e il contesto sociale influenzano la percezione e l'interpretazione del pericolo. Questa complessità rende difficile prevedere con precisione come ognuno di noi reagirà in situazioni di pericolo.
  • Le reazioni emotive. Di fronte a un pericolo imminente, le risposte emotive possono essere estremamente variegate. Alcune persone possono sperimentare un aumento dell'ansia e della paura, mentre altre possono manifestare rabbia, tristezza o persino eccitazione. Questa diversità di reazioni può dipendere da molteplici fattori come la personalità, le esperienze passate, le aspettative e le strategie di coping adottate.
  • Le reazioni cognitive alle situazioni di pericolo possono essere altrettanto complesse. Alcune persone potrebbero percepire il pericolo come una minaccia immediata e adottare un approccio di fuga o lotta, mentre altre potrebbero analizzare la situazione in modo razionale e decidere di prendere misure precauzionali. Inoltre, le credenze personali, le aspettative e le informazioni disponibili influiscono sulla valutazione cognitiva del pericolo e sulle strategie adottate per farvi fronte.
  • Le reazioni fisiologiche. Il corpo umano è dotato di meccanismi di risposta automatici per affrontare situazioni di pericolo. Di fronte a una minaccia, il cervello attiva il sistema nervoso simpatico, che provoca una serie di reazioni fisiologiche. Queste includono un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, dilatazione delle pupille, aumento del flusso sanguigno verso i muscoli e una riduzione dell'attività dei sistemi non vitali come il sistema digestivo. Questa preparazione del corpo per una reazione immediata è cruciale per la sopravvivenza.
  • Gli effetti a lungo termine. Sebbene le reazioni immediate al pericolo siano importanti per garantire la sopravvivenza, è essenziale considerare anche gli effetti a lungo termine sulla salute mentale e fisica. L'esposizione prolungata a situazioni di pericolo può causare stress cronico, disturbi d'ansia e depressione. È fondamentale sviluppare strategie di gestione efficaci per evitare che queste reazioni diventino patologiche. L'individuo può sviluppare ipervigilanza costante, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno e tendenza all'isolamento sociale. Inoltre, le reazioni individuali al pericolo possono influenzare le dinamiche interpersonali, portando a una mancanza di fiducia negli altri o a comportamenti di evitamento.

Per comprendere meglio la complessità delle reazioni umane davanti a un pericolo, è fondamentale considerare i fattori che possono influenzarle. Oltre alle esperienze personali e alla personalità, alcuni fattori chiave includono l'ambiente sociale, la cultura, le aspettative sociali e la disponibilità di risorse per far fronte al pericolo. Pur riconoscendo la complessità delle reazioni umane al pericolo, esistono strategie di gestione efficaci che possono essere utilizzate per minimizzare gli effetti negativi. L'educazione sulla gestione del pericolo, l'addestramento all'autocontrollo emotivo, la terapia cognitivo-comportamentale e altre forme di supporto psicologico possono aiutare le persone a sviluppare meccanismi di coping sani ed efficaci. Inoltre, è importante creare ambienti sicuri e protetti che riducano la probabilità di esposizione al pericolo e forniscano risorse adeguate per far fronte a situazioni di emergenza.

I tre comportamenti di base dell'essere umano: attacco, fuga e congelamento

I tre comportamenti di base dell'essere umano, comunemente noti come le 3F, sono fuga (flight), congelamento (freeze) e attacco (fight). Questi comportamenti rappresentano le risposte innate che si attivano in situazioni di pericolo o stress.

  • La fuga è una reazione di autopreservazione in cui l'individuo cerca di allontanarsi rapidamente dalla fonte di pericolo. È un comportamento impulsivo che può essere innescato da una percezione di minaccia o paura. In questo caso, l'organismo prepara il corpo per la fuga, aumentando il battito cardiaco, la respirazione e la tensione muscolare. L'obiettivo è quello di mettere una distanza di sicurezza tra se stessi e il pericolo.
  • Il congelamento, invece, è una risposta di difesa in cui l'individuo rimane immobile e si blocca nel tentativo di evitare di essere notato o riconosciuto come una minaccia. Questo comportamento è particolarmente evidente in alcune specie animali, ma anche negli esseri umani può manifestarsi come una sorta di paralisi emotiva e psicologica. Durante il congelamento, il corpo può diventare rigido e la persona può perdere temporaneamente la capacità di reagire o prendere decisioni consapevoli.
  • Infine, l'attacco è una reazione aggressiva in cui l'individuo cerca di contrastare la minaccia o proteggere se stesso o gli altri. Questa risposta può manifestarsi sia in forma verbale che fisica, e può essere innescata da un senso di rabbia o frustrazione. Durante l'attacco, il corpo produce adrenalina, che aumenta la forza e la resistenza fisica, in modo da poter affrontare meglio la situazione avversa.

L'acronimo inglese "3F" (fight, flight, freeze) è stato utilizzato per identificare e descrivere queste tre risposte comportamentali fondamentali all'interno della psicologia. Ogni risposta ha una funzione specifica nella sopravvivenza dell'individuo ed è determinata da una combinazione di fattori genetici, esperienze passate e percezioni personali della minaccia. Questi comportamenti possono variare in termini di intensità e durata a seconda del contesto e della persona coinvolta.

È importante sottolineare che queste risposte comportamentali sono parte integrante dell'evoluzione umana e sono presenti in tutti gli individui. Tuttavia, la reazione specifica di un individuo a una determinata situazione può variare a seconda di fattori come l'esperienza personale, il contesto sociale e le influenze culturali. Inoltre, le risposte di fuga, congelamento ed attacco possono essere modulate e regolate attraverso l'apprendimento e la terapia, consentendo all'individuo di gestire le situazioni di stress e pericolo in modo più adattivo. È però evidente che se un piano di evacuazione non tiene conto di questi fattori è probabilmente destinato a fallire nei suoi intenti.

L'importanza della componente psicologica nei piani di emergenza ed evacuazione: oltre l'approccio ingegneristico e normativo

I piani di emergenza ed evacuazione sono un elemento fondamentale per garantire la sicurezza delle persone in caso di situazioni di pericolo. Tuttavia, concentrarsi esclusivamente sull'aspetto ingegneristico e normativo non è sufficiente per garantire l'efficacia di tali piani. È essenziale considerare anche la componente psicologica, comprendendo le reazioni umane e le dinamiche comportamentali che entrano in gioco in situazioni di emergenza. In particolare:

  • La componente umana nelle situazioni di emergenza. Le situazioni di emergenza possono provocare reazioni emotive intense come paura, ansia e panico. Le persone potrebbero avere difficoltà a pensare chiaramente e ad agire razionalmente durante queste situazioni stressanti. Pertanto, è fondamentale comprendere come le persone possono reagire in modo imprevedibile e irrazionale in tali contesti, influenzando l'efficacia di un piano di evacuazione.
  • Fattori che influenzano il comportamento durante le emergenze. La componente psicologica può essere influenzata da vari fattori, tra cui l'esperienza personale, l'addestramento, l'educazione, la cultura e le informazioni disponibili sul pericolo. Ad esempio, una persona che ha avuto esperienze traumatiche in passato potrebbe reagire in modo diverso rispetto a qualcuno che non ha mai vissuto situazioni di pericolo. Inoltre, le informazioni chiare e tempestive sul pericolo e sulle azioni da intraprendere possono influenzare significativamente il comportamento delle persone durante un'evacuazione.
  • Effetto del comportamento di massa. In situazioni di emergenza, le persone tendono ad influenzarsi reciprocamente, sia in modo positivo che negativo. L'effetto del comportamento di massa può portare a una maggiore confusione, panico e rallentamento delle procedure di evacuazione. Pertanto, comprenderne i meccanismi è fondamentale per sviluppare piani di emergenza che tengano conto di tali dinamiche sociali.
  • Importanza della comunicazione efficace. La comunicazione è un elemento chiave per garantire un'evacuazione efficace e sicura. È essenziale fornire informazioni chiare, semplici e tempestive sul pericolo, sulle vie di fuga, sui punti di ritrovo e sulle azioni da intraprendere. Inoltre, è importante considerare la necessità di adattare la comunicazione alle diverse fasce di età, livelli di istruzione e lingue parlate all'interno della popolazione coinvolta.
  • Addestramento e simulazioni. L'addestramento e le simulazioni sono strumenti preziosi per preparare le persone a reagire in modo adeguato durante le situazioni di emergenza. Attraverso l'addestramento, le persone possono familiarizzare con i piani di evacuazione, imparare le azioni da intraprendere e sviluppare competenze di gestione dello stress. Le simulazioni permettono di sperimentare in modo realistico situazioni di pericolo e di valutare l'efficacia dei piani di emergenza, identificando eventuali punti deboli da migliorare.
  • Considerazione dell'aspetto psicologico nella progettazione dei piani di evacuazione. Integrare la componente psicologica nella progettazione dei piani di evacuazione significa considerare le reazioni umane e le dinamiche comportamentali in situazioni di emergenza. Questo può includere la creazione di percorsi chiari e ben segnalati, l'organizzazione di punti di ritrovo sicuri, l'utilizzo di strategie di comunicazione efficaci e la valutazione del comportamento di massa nelle simulazioni. Inoltre, è fondamentale coinvolgere specialisti della psicologia nell'elaborazione dei piani, al fine di garantire un approccio completo e bilanciato.
  • Valutazione e miglioramento continuo. I piani di emergenza ed evacuazione devono essere soggetti a una continua valutazione e miglioramento. Monitorare e analizzare il comportamento delle persone durante le simulazioni o situazioni reali può fornire importanti informazioni per apportare modifiche e ottimizzare l'efficacia dei piani. Questo processo di miglioramento continuo può aiutare a identificare le aree in cui la componente psicologica può essere ulteriormente integrata per garantire una maggiore sicurezza.

In sintesi

  • Considerare la componente psicologica nei piani di emergenza ed evacuazione è fondamentale per garantire una vera sicurezza.
  • Concentrarsi solo sull'aspetto ingegneristico o normativo può limitare l'efficacia di tali piani, poiché le reazioni umane e le dinamiche comportamentali possono influenzare il loro successo.
  • Integrare la psicologia nella progettazione dei piani, fornire addestramento e simulazioni appropriate e valutare e migliorare continuamente tali piani sono passi cruciali per garantire la sicurezza delle persone durante le situazioni di emergenza.

Solo attraverso un approccio completo e bilanciato, che tiene conto sia degli aspetti tecnici che psicologici, si può raggiungere una vera efficacia nei piani di evacuazione.

Dott.Igor Graziato

Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni

Specialista in Psicoterapia

Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)

Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy

Ipnosi Clinica Evidence Based

Membro dell'American Psychological Association

Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis

Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte

Bibliografia

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