Secondo il sociologo Zygmunt Bauman, la retrotopia rappresenta un'attitudine contemporanea in cui la società idealizza e mitizza il passato, considerandolo più rassicurante del futuro. In una società caratterizzata dalla liquidità, in cui tutto è mercificato, compreso l'essere umano, l'individuo cerca di standardizzarsi secondo gli schemi comuni. Tuttavia, si sente frustrato quando non riesce a sentirsi accettato nel ruolo di consumatore. La retrotopia diventa quindi un rifugio emotivo in cui l'individuo cerca una stabilità e una sicurezza che sembrano mancare nel presente. La retrotopia ha forti implicazioni culturali, influenzando il modo in cui percepiamo e interpretiamo il passato. Spesso, il passato viene idealizzato come un'epoca migliore, un momento in cui le cose sembravano più semplici e sicure. Questa idealizzazione può portare a una distorsione della realtà storica, creando una narrazione selettiva che ignora o enfatizza solo gli aspetti positivi. La retrotopia può quindi alimentare la nostalgia e il desiderio di ritornare a quel passato idealizzato, trascurando le sfide e i problemi che potrebbero esserci stati. La retrotopia ha anche implicazioni sociali significative. Quando la società si rivolge al passato per trovare l'ispirazione per una società migliore, può generare una resistenza al cambiamento e all'innovazione. Questo atteggiamento può limitare la capacità di adattarsi alle sfide e ai cambiamenti presenti, frenando il progresso sociale ed economico. Inoltre, la retrotopia può rinforzare le disuguaglianze sociali, poiché il passato può essere idealizzato come un'epoca in cui l'ordine sociale era stabile e gerarchico.
La fuga verso il passato può essere attribuita a diverse cause psicologiche. Spesso, questa forma di difesa emerge come risposta a eventi traumatici o stressanti nel presente. L'individuo si sente sopraffatto dalle sfide attuali e cerca nel passato un rifugio emotivo per evadere dalla realtà problematica e caotica. La fuga verso il passato può assumere molte forme, sia a livello individuale che collettivo. A livello individuale, può manifestarsi attraverso la nostalgia per un periodo specifico della propria vita o il desiderio di ristabilire vecchi legami sociali. A livello collettivo, può tradursi in movimenti culturali che idealizzano epoche passate o nella ricerca di soluzioni tradizionali adattate al contesto contemporaneo. Questo meccanismo di difesa rivela diverse implicazioni psicologiche. In primo luogo, può fornire un senso di sicurezza e stabilità emotiva, poiché il passato è percepito come familiare e conosciuto. Ciò può aiutare a ridurre l'ansia e la sensazione di incertezza nel presente. Tuttavia, può anche comportare una negazione della realtà attuale e impedire la crescita personale di fronte alle sfide presenti.
Il Rapporto Censis 2023, considerato uno dei più autorevoli e completi strumenti di analisi della realtà italiana, ci offre una fotografia dettagliata dello stato sociale ed economico del paese. Uno dei dati più rilevanti emersi dal rapporto è il cambiamento demografico in corso. Secondo il Censis, molti processi economici e sociali che avranno un enorme impatto sul futuro del nostro paese sono ignorati o sottovalutati dalla società italiana. Ci troviamo di fronte a una cecità collettiva verso i presagi oscuri, che si traduce in un'irresponsabile indecisione. Sembrerebbe che la nostra nazione sia affetta da sonnambulismo, immersa in un sonno profondo mentre dovremmo usare tutte le nostre capacità razionali per affrontare le sfide strutturali che ci aspettano. Entro il 2050, perderemo complessivamente 4,5 milioni di residenti (equivalenti alla popolazione combinata di Roma e Milano). Questo declino demografico sarà il risultato di una diminuzione di 9,1 milioni di persone sotto i 65 anni (in particolare, -3,7 milioni sotto i 35) e contemporaneamente l'aumento di 4,6 milioni di persone sopra i 65 (in particolare, +1,6 milioni sopra. Questo problema porterà ad inevitabili ripercussioni a livelllo sociale, economico mettendo in seria difficoltà il nostro modello di welfare.
La società italiana è immersa in una ipertrofia emotiva, dove ogni argomento razionale viene ribaltato da continui scossoni emotivi. Tutto sembra un'emergenza, ma in realtà niente lo è veramente. Questo crea un ambiente fertile per l'emergere di paure esagerate, di scenari apocalittici e di fughe verso l'irrazionale. Nell'era moderna, l'evoluzione sociale si è caratterizzata per un processo di rapida trasformazione che ha influenzato profondamente i modi di vivere e di pensare delle persone. In questo contesto, è emerso un fenomeno sociale di grande rilevanza: la fuga emotiva, un perenne stato di emergenza che impedisce alla società italiana di guardare al futuro e di pianificare in modo razionale e consapevole le strategie per affrontare i problemi. Uno degli aspetti centrali che caratterizza questo meccanismo di difesa collettivo è il ruolo centrale attribuito alle emozioni nella società contemporanea. Le emozioni sono diventate oggetti sociali che influenzano, spesso in modo drammatico, le decisioni individuali e collettive. Le persone sono spinte a reagire emotivamente alle situazioni di emergenza, perdendo così la capacità di pianificare in modo razionale e strategico per il futuro. Questo fenomeno può essere attribuito a diversi fattori, come l'insicurezza economica, la diffusione di informazioni negative sui media, il contesto post-pandemico, le guerre e la crescente polarizzazione. Tali condizioni creano un clima di incertezza che paralizza la società e ostacola la sua capacità di adottare strategie efficaci per affrontare le sfide future.
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
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