Il "Black Friday" si sta diffondendo rapidamente anche in Italia influenzando il comportamento d'acquisto dei consumatori. Ma qual è il meccanismo "persuasivo" che si cela dietro questo genere di promozioni? Molte campagne di comunicazione commerciale devono la loro efficacia a un semplice meccanismo persuasivo: rendere disponibile una data offerta per un tempo limitato. Ad esempio è possibile approfittare di uno sconto per un volo ma solo in un dato weekend oppure un centro commerciale mette a disposizione a prezzo scontato solo un numero, limitato di prodotti. In altri casi il lancio di un smartphone viene preceduto da una lunga fase di attesa in cui spesso le informazioni sono diffuse in modo frammentario o attraverso “rumor” per sfruttare al meglio i social.
Questo è il motivo per cui durante il giorno del lancio ufficiale vediamo formarsi lunghissime code davanti agli store. Fenomeno che spesso viene ripreso dai media con servizi e articoli in modo da incrementare la curiosità e le aspettative dei consumatori. Un’altra strategia, che viene utilizzata in alcuni locali o negozi, è quella di creare una selezione all’ingresso o servire poche persone alla volta il tutto con lo scopo di generare in modo “artificioso” delle lunghe code. Il meccanismo di funzionamento del Black friday trova la sua spiegazione nella psicologia del consumatore.
Il principio della scarsità
Il cosiddetto principio della scarsità afferma che quando una risorsa viene percepita come limitata diviene anche più desiderabile. Questa dinamica regola il valore di alcuni oggetti sul mercato, infatti sappiamo bene quanto una risorsa scarsa diventi automaticamente più costosa influenzando in tal modo la dinamica della domanda e dell’offerta. Ad esempio ci sono collezionisti disposti a spendere cifre importanti per un giocattolo o un vinile. L’idea di perdere qualcosa o di non potere acceder ad una data risorsa gioca un ruolo importante nei nostri processi decisionali, processi che non sono governati dalla sola razionalità (come esseri umani tendiamo a modulare il nostro comportamento in funzione di processi euristici e non secondo rigidi schemi razionali).
La teoria della reattanza elaborata dallo psicologo Jack Brehm afferma che ogni volta che la nostra libertà decisionale viene limitata il bisogno di mantenere la nostra indipedenza motiva gli individui a cercare di riavere un controllo sulle scelte. La scarsità di una data risorsa interferisce con il senso di libertà decisionale e può motivare il consumatore verso l’acquisto di un dato servizio o prodotto. La nostra mente è abituata a cercare scorciatoie per risparmiare risorse cognitive e questa modalità entra in azione quando dobbiamo acquistare qualcosa. E’ comprensibile come tante offerte basino la loro attrazione stimolando il principio di scarsità.
Se una risorsa è percepita come rara diviene preziosa
Rendere un prodotto poco accessibile , aumentarne il prezzo, generare volontariamente una coda attraverso una rigida selezione, incrementare le aspettative durante il lancio e trasmettere l’idea che un dato smartphone è in edizioni limitata sono tutte strategie commerciali che basano il loro funzionamento sul principio di scarsità. Vediamo in azione tale principio in tante altre situazioni quotidiane, ad esempio durante un buffet le persone tendono ad accalcarsi per accaparrarsi il cibo (in modo non dissimile da quello che avviene per altre specie animali) oppure una notifica proveniente da un social network rischia di avere la precedenza sul nostro interlocutore. Molti fenomeni sociali che osserviamo non derivano da questioni valoriali o di buona educazione ma possono avere una diversa spiegazione.
In quali condizioni funziona?
Un esperimento realizzato dallo psicologo sociale Stephen Worchel ha utilizzato una procedura semplice ma efficace per approfondire questo fenomeno. In uno studio sulle preferenze dei consumatori veniva fatto assaggiare un cioccolatino. In un gruppo il contenitore da cui veniva estratto il dolce conteneva altri 10 cioccolatini, mentre nell’altro gruppo il contenitore ne conteneva solo 2. Come avrete già immaginato, grazie al principio di scarsità, nel secondo gruppo il giudizio sulla qualità e sulla gradevolezza del dolce risultata più positivo. Lo stesso identico cioccolatino veniva percepito e considerato in modo differente in base alla sua (presunta) disponibilità. L’esperimento evidenziò anche un altro aspetto: la desiderabilità aumenta anche quando una risorsa inizia a consumarsi. La scarsità (reale o precipita a questo punto la differenza è minima) può dare luogo anche a comportamenti violenti. Nella storia dell’umanità sono presenti infatti tantissimi casi di rivolte generate proprio dalla scarsità di un bene essenziale.
In sintesi
Rendere difficile l’accesso ad una risorsa ne aumenta di conseguenza il desiderio e l’attrazione. Potete osservare questo fenomeno negli Outlet, nei centri commerciali ma anche durante le offerte delle compagnie di volo low cost. Non è sempre il prezzo a influenzare il nostro comportamento d’acquisto ma spesso l’idea di essere stati abili nel realizzare un affare ottenendo così una risorsa percepita come “scarsa”.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
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