Per ipnosi si intende un fenomeno neurofisiologico del tutto naturale che può essere indotto da uno psicologo o da un medico a patto che abbiano acquisito una specifica formazione come indicato dalle linee guida internazionali. Secondo la Division 30 Society of Psychological Hypnosis dell’APA (American Psychological Association) l’ipnosi può essere indotta seguendo una specifica metodologia, che deve essere personalizzata in base alle caratteristiche del paziente e che consente di stimolare uno stato di profondo rilassamento sia fisico che mentale.
L’ipnotista suggerisce attraverso il linguaggio alcune suggestioni legate alle sensazioni corporee, alle percezioni, ai pensieri, alle immagini o ai comportamenti. È anche possibile utilizzare l’ipnosi per incrementare il livello di vigilanza e di attenzione anche se la maggior parte delle tecniche ipnotiche vengono impiegate per produrre uno stato di rilassamento profondo. L’ipnosi affonda le sue radici storiche nelle tecniche proposte da Franz Anton Mesmer nel XVIII secolo con il “magnetismo animale” anche se in realtà solo nel 1933, grazie allo psicologo C.L. Hull, si iniziò uno studio scientifico di tale fenomeno. La maggior parte della ricerca sull’ipnosi si è focalizzata sugli effetti comportamentali delle suggestioni ipnotiche, sul loro impatto sulla dimensione cognitiva e sulle differenze individuali relative al grado di suggestionabilità soggettiva. Grazie all’evoluzione degli studi sul cervello e alla nascita delle neuroscienze è stato possibile approfondire le basi neuronali dell’ipnosi. Anche se questa ipotesi, quella neurofisiologica, in verità aveva già preso forma grazie alle intuizioni di James Braid che per distaccarsi dalla visione di Mesmer e da un approccio poco scientifico adottò per questa ragione proprio il termine di ipnosi.
Infatti la teoria di Braid si era focalizzata sull’idea di un blocco dei centri nervosi che poteva risultare dalla fissazione oculare e che induceva, nell’individuo, uno
stato simile al sonno. Anche lo psicologo
William James sostenne l’ipotesi che l’ipnosi fosse uno stato molto simile al sonno, mentre
Pavlov
invece la considerava uno stato inibitorio a livello corticale.
Grazie alle moderne tecniche di neuroimaging è oggi possibile osservare che cosa accade al cervello quando viene portato in uno stato di ipnosi. Sappiamo che attraverso l’ipnosi è possibile produrre delle alterazioni percettive consapevoli e aiutare il paziente ad affrontare una serie di problematiche psicologiche. L’ipnosi viene oggi considerata un “non stato” e non uno stato alterato di coscienza. Durante una sessione di ipnosi vengono stimolati e guidati in modo consapevole dei processi mentali che sono già attivi e presenti in tutte le persone. Dopo aver eseguito dei test di suggestionabilità ed individuato la metodologia più efficace è possibile portare il paziente in uno stato di ipnosi. L’ipnosi può essere utilizzata in modo efficace per ridurre la percezione del dolore, per migliorare lo stato di rilassamento, per smettere di fumare, per dimagrire, per affrontare l’ansia, per superare le fobie specifiche e persino l’insonnia. L’ipnosi infatti è una tecnica che viene utilizzata all’interno di un più ampio percorso di psicoterapia. Durante una sessione di ipnosi il paziente può rimanere vigile, interagire direttamente con il terapeuta ma lo fa in uno stato di profondo rilassamento. L’ipnosi è stata usata per secoli attraverso diverse forme e in ogni cultura esistono delle pratiche che sono ascrivibili proprio a questa tecnica. Oggi questa metodologia è supportata da una solida base scientifica e dalla pratica clinica all’interno di un approccio evidence based (basato sull’evidenza). L’ipnosi offre quindi una serie di indubbi vantaggi consentendo di ridurre o addirittura di evitare l’impiego di psicofarmaci come gli ansiolitici.
I pazienti descrivono l’ipnosi in modo diverso ma è sempre un’esperienza sorprendente e piacevole. Per qualcuno assomiglia a uno stato di “trance” e di distacco dall’esterno. Un’esperienza che può ricordare quella che avviene quando si è concentrati a guardare un film al cinema o durante la lettura di un libro. Durante l’ipnosi la realtà circostante tende quindi a passare in secondo piano e anche la percezione del tempo viene alterata.
Purtroppo, l’uso sconsiderato dell’ipnosi che è stato fatto in questi anni nell’ambito di show televisivi e la leggerezza con cui tanti pseudo-esperti si sono cimentati in questa pratica hanno influenzato negativamente l’immaginario delle persone. Ma quali sono i falsi miti sull’ipnosi?
Falso mito: l’ipnosi non è reale ed è solo una forma di intrattenimento!
L’ipnosi è una metodologia sostenuta da una solida base scientifica e oggi, grazie alle moderne tecniche di neuroimaging, è possibile osservare l’impatto oggettivo di questa pratica a livello cerebrale. L’ipnosi viene oggi utilizzata ed affiancata ai trattamenti medici e psicologici per migliorarne l’efficacia e garantire una migliore compliance del paziente.
Falso mito: quando sei ipnotizzato perdi la coscienza e non ricordi più nulla!
La maggior parte dei pazienti rimane in uno stato di vigilanza e può interagire con l’ipnotista. In alcuni casi lo stato di rilassamento può essere così profondo da portare la persona in uno stato simile al sonno da cui però ci si risveglia sperimentando una sensazione di benessere diffuso.
Falso mito: l’ipnoterapeuta ha il totale controllo e può farti fare delle cose contro la tua volontà!
L’ipnoterapeuta rappresenta la tua guida e l’ipnosi è una metodologia che aiuta a stare meglio e ad incrementare lo stato di benessere psicologico. Non puoi fare nulla contro la tua volontà e in ogni momento puoi tornare al presente semplicemente aprendo gli occhi. Durante uno stato di ipnosi le persone non perdono il controllo, non comunicano segreti e non possono essere manipolate.
Falso mito: l'ipnosi non è altro che un sonno profondo.
Durante una sessione di ipnosi non si dorme anche se lo stato potrebbe sembrare molto simile a un sonno profondo. Il cervello rimane attivo e consapevole anche se il corpo appare calmo e rilassato.
Oggi abbiamo a disposizione molti protocolli basati sull’ipnosi che ci consentono di trattare diversi problemi psicologici. In particolare:
Inoltre, l’ipnosi può essere utilizzata in affiancamento ad altri trattamenti aiutando così il paziente ad affrontare serenamente delle condizioni mediche generali o altre problematiche psicologiche.
L’ipnosi produce una serie di vantaggi oggettivi e misurabili. L’ipnosi è un trattamento naturale che sfrutta alcuni processi cerebrali presenti in ogni persona che vengono guidati e orientati dall’ipnotista per migliorare lo stato di benessere dell’individuo. Inoltre, l’ipnosi può essere appresa e diventare così uno strumento prezioso da utilizzare in ogni occasione anche solo per migliorare il proprio stato di benessere psicologico e fisico. Infine vediamo alcuni consigli:
Ricordi che l’ipnosi regressiva che pretende di riportati alle vite precedenti può essere addirittura dannosa e pericolosa sul piano psicologico
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
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