Secondo l’
APA
(American Psychological Association)
la
paura di parlare in pubblico è una preoccupazione piuttosto diffusa
che emerge quando una persona deve tenere un discorso o fare una presentazione davanti a un pubblico. Generalmente il timore è quello di fare una
“brutta figura”, di provare
vergogna
per il proprio comportamento e/o di
non riuscire a replicare a eventuali critiche. Questa preoccupazione è spesso associata alla fobia sociale. Anche gli oratori più esperti e gli attori di teatro possono andare incontro a questa paura. Da un lato un po’ di
ansia aiuta un relatore ad essere più stimolante sul piano emozionale
e a coinvolgere meglio una platea. Ma
se la
tensione supera un certo livello
è probabile che la persona vada incontro a un vero e proprio blocco. La paura genera una serie di
risposte fisiologiche
che aumentano il disagio
e l’insicurezza del relatore. Ad esempio una persona che ha paura di parlare in pubblico inizierà a
tremare, a sudare, sperimenterà un senso di confusione mentale e il cuore batterà all’impazzata.
La risposta è in realtà coerente con la presenza di un pericolo imminente e reale e l’organismo reagirà di conseguenza con le classiche tre reazioni basilari: attacco, fuga o freezing (ovvero uno stato di completa passività che “congelerà” letteralmente la persona rendendola inerte a ogni stimolo). Non si tratta quindi di un problema di volontà o di coraggio ma di una disregolazione che coinvolge la componente psicologica (cognitiva ed emozionale). Per le parti più primitive del cervello parlare davanti a una platea rappresenta una condizione di pericolo e di conseguenza scattano dei comportamenti automatici di difesa. Le reazioni fisiologiche come la tachicardia o la sudorazione sono quindi, da questa prospettiva, più che normali e comprensibili. Ma questa è una buona notizia dato che grazie a un percorso di psicoterapia (che prevede sia l'uso dell'ipnosi che della realtà virtuale) sarà possibile superare questa paura attraverso tecniche specifiche in grado di modificare queste risposte emozionali e comportamentali incosapevoli.
Il timore di parlare davanti a un pubblico è una fobia molto diffusa che supera quella per i ragni e per l’altezza. Secondo il
National Institute of Mental Health
circa il
73% della popolazione soffre di questa problematica. Come tutte le fobie anche questa genera dei comportamenti di evitamento che potrebbero interferire sia con la componente sociale che professionale. Infatti una persona
potrebbe rinunciare a un incarico prestigioso
o a tenere un discorso in una situazione pubblica per via di questa paura.Se da un lato questo comportamento preserva la persona dal disagio nel medio e nel lungo periodo potrebbe produrre una serie di ricadute importanti sul piano psicologico e influenzarne l’autostima, l’umore e
incrementare in livello di ansia
generale.
RPStrategy© ha progettato un percorso di 10 sessioni che prevedono l'uso della Realtà Virtuale, dell'Ipnosi Evidence Based e di un training specifico per vincere la paura di parlare in pubblico.
Parlare in pubblico non è una questione di coraggio ma un’abilità che si può apprendere anche imparando a gestire in modo efficace l’ansia. I
lobi pre-frontali del nostro cervello sono particolarmente sensibili
alla componente emozionale. La paura tende quindi a “congelare” questa parte incrementando la confusione e l’incapacità da parte dell’oratore di formulare un discorso coerente. Ma questa reazione persegue una sua logica che è importante conoscere. Il pubblico in questo caso rappresenta una
reale minaccia per il nostro cervello
equiparabile al fatto di trovarsi di fronte a un rapinatore che ci punta una pistola o a un animale feroce. La nostra sopravvivenza è legata a dei semplici comportamenti basilari che sono “programmati” per salvaguardare a tutti i costi la nostra esistenza. Davanti a un pericolo attiveremo una serie di difese che ci prepareranno ad
attaccare o a fuggire dal pericolo.
Per questa ragione il
cuore inizierà ad accelerare, la respirazione si farà più intensa, le pupille si dilateranno e tutto il nostro corpo si preparerà a reagire. Infatti se dobbiamo
scappare da un pericolo
non possiamo fermaci a pensare troppo e questo spiega come lo stress possa interferire sia con la parte cognitiva (non riusciamo più bene a ragionare) sia con il sonno (non possiamo dormire se c’è un pericolo) che con la nostra sessualità. Per affrontare tale fobia non è possibile agire sul piano strettamente razionale e i percorsi di “auto-terapia” sono spesso destinati a fallire. Infatti, per le parti più antiche del nostro cervello è
impossibile discriminare tra un pericolo reale
(il rapinatore) e uno virtuale (il pubblico).
Attraverso l'ipnosi e la
realtà virtuale
è possibile strutturare un percorso per apprendere come gestire la paura di parlare in pubblico. È una soluzione efficace che richiede un piccolo investimento di tempo e di risorse ma che può produrre un
cambiamento radicale nella vita di una persona. Ad esemio superare questa fobia consente anche di accettare incarichi di prestigio e migliorare la propria condizione professionale. Proviamo a vedere qualche indicazioni e consiglio partendo dal presupposto che è sempre fondamentale un inquadramento del problema da parte di uno psicologo-psicoterapeuta.
È inevitabile provare un po’ di ansia prima di un discorso; questo capita proprio a tutti sia agli attori professionisti che ai politici. In realtà un po’ di attivazione è anche utile per trasmettere delle emozioni al pubblico.
Sei tu il peggior giudice di te stesso
L’audience è in genere molto disponibile verso un oratore ed è in grado anche di accettare qualche errore. Cerca di regalarti il permesso di vivere questa esperienza in modo genuino accettando l’idea che la perfezione nel mondo reale non esiste.
Fai esercizio
Prova il tuo discorso davanti a una videocamera. Registrati e prendi confidenza con il tuo stile di comunicazione. All’inizio potresti addirittura trovare fastidiosa la tua voce ma questo è assolutamente normale. Vedrai che con il tempo anche questa situazione “stressante” (la videocamera) diventerà gestibile. Anche in questo caso la pratica, esattamente come nello sport, è fondamentale. E' possibile effettuare un training utilizzando la
realtà virtuale.
Training autogeno e ipnosi
Degli esercizi di respirazione e di TA sono utili per ridurre la componente ansiosa e possono aiutarti ad affrontare una situazione sgradevole per la tua mente. In altri casi è possibile utilizzare l’ipnosi evidence based.
Come iniziare un discorso?
In genere il livello di ansia raggiunge il massimo livello quando l’oratore sta per iniziare il suo discorso. Prova a interagire subito con le persone attraverso una domanda o una considerazione.
Il contatto oculare
Stabilisci un contatto visivo con alcune persone selezionate da te tra il pubblico. Questo ti aiuterà a percepire l’audience non come una massa informe ma come delle persone singole. Cerca le persone più empatiche, quelle che ti sorridono o che annuiscono alle tue parole con un cenno non verbale. Concentrati solo su questi
Mettiti alla prova
I comportamenti di evitamento non faranno che aumentare la tua paura. Cerca di cogliere ogni occasione per parlare davanti a qualcuno, magari partendo da un piccolo gruppo di amici o di parenti. Infatti, fare esercizio aiuta a prendere confidenza con le proprie emozioni.
Se vedi che la paura di parlare in pubblico sta generando una serie di problemi personali, relazionali e professionali e noti che stai rinunciando a diverse occasioni lavorative è arrivato il momento di affrontare il problema attraverso la psicoterapia. In questo caso è previsto un
percorso di psicoterapia breve
e focalizzato a risolvere la problematica a cui si può affiancare sia l'ipnosi che l'uso della
Realtà Virtuale. Infatti le persone possono superare brillantemente questo disturbo grazie a uno psicoterapeuta esperto così da riprendere in mano la propria esistenza.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
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