I sogni, nonostante il loro contenuto bizzarro e alle volte inquietante, ci consentono di viaggiare attraverso una narrazione simbolica come se stessimo vivendo qualcosa di reale. Malgrado le neuroscienze e la psicologia siano riuscite ad inquadrare meglio il fenomeno, ci sono ancora molti aspetti che rimangono da indagare sul piano scientifico e proprio per questa ragione il sogno mantiene inalterato il suo fascino. Un fenomeno atipico e per certi versi ancora più misterioso riguarda i cosiddetti “sogni lucidi”. In questo caso la persona è consapevole che sta sognando ed è in grado, in alcuni casi, di dirigere la narrazione onirica in base alla sua volontà.
Ma è possibile comunicare con chi sta sognando?
Sappiamo che spesso i sogni tendono ad incorporare degli stimoli esterni nel loro contenuto anche per preservare la fase REM (Rapid Eyes Movement, ovvero "movimenti oculari rapidi" un tipico fenomeno che segnala che una persona sta sognando) evitare il risveglio della persona, ma cosa avviene nel caso dei “sogni lucidi”? Per indagare questo aspetto alcuni ricercatori hanno condotto un esperimento interessante e affascinante. Il campione era composto da una quarantina di persone che avevano già avuto delle esperienze di “sogni lucidi” e la ricerca è stata svolta in dei laboratori separati che avevano sede negli Stati Uniti, in Francia, in Germania e nei Paesi Bassi. Attraverso questo sistema di comunicazione condiviso è emersa la possibilità di interagire tra il mondo reale e quello onirico.
Quindi proprio durante la fase REM questi soggetti hanno dimostrato diverse capacità di interazione con gli sperimentatori. Uno scenario che per certi versi ricorda molto da vicino il film “Inception”. Le domande che venivano poste a chi stava sognando riguardavano, ad esempio, alcuni semplici problemi di matematica a cui i partecipanti rispondevano attraverso dei movimenti oculari condivisi (durante la fase di veglia) e con delle contrazioni selettive dei muscoli del viso. Le misurazioni di carattere fisiologico hanno confermato che i partecipanti erano realmente addormentati.
Secondo i ricercatori, questa potrebbe essere una nuova strada per sviluppare dei metodi per comunicare con le persone mentre sognano, utili sia per fini terapeutici che per la ricerca sul sogno stesso. Infatti invece che attendere che la persona racconti il sogno dopo che si è risvegliato si potrebbe giungere a intervistare il sognatore proprio durante la fase REM. Per certi versi sarebbe come cercare di comunicare con una persona che si trova in un mondo parallelo rispetto a quello reale. Durante il sonno REM, i partecipanti all’esperimento, hanno mostrato diverse abilità e capacità come il mantenimento delle informazioni nella memoria di lavoro, la capacità di calcolo e l’abilità di fornire delle espressioni volontarie. Questo aspetto potrebbe anche permettere di ottenere delle indicazioni preziose su ciò che accade quando un soggetto è in uno stato di ipnosi profonda pur mantenendo un contatto con il terapeuta.
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Fonte
Konkoly KR, Appel K, Chabani E, Mangiaruga A, Gott J, Mallett R, Caughran B, Witkowski S, Whitmore NW, Mazurek CY, Berent JB, Weber FD, Türker B, Leu-Semenescu S, Maranci JB, Pipa G, Arnulf I, Oudiette D, Dresler M, Paller KA. Real-time dialogue between experimenters and dreamers during REM sleep. Curr Biol. 2021 Apr 12;31(7):1417-1427.e6. doi: 10.1016/j.cub.2021.01.026. Epub 2021 Feb 18. PMID: 33607035; PMCID: PMC8162929.
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