Saper comunicare in modo assertivo
è una competenza oggi fondamentale per poter
gestire al meglio la complessità
che ogni giorno dobbiamo affrontare sia a livello professionale che personale. Viviamo però immersi in un vero e proprio paradosso. Se da un lato abbiamo a disposizione i più potenti mezzi di comunicazione di sempre il livello di
confusione,
aggressività e polarizzazione ha raggiunto livelli difficili da contenere. Siamo sempre connessi e possiamo
comunicare con tutti attraverso decine di strumenti diversi e proprio per questa ragione è fondamentale
conoscere le basi dell’assertività e gli
ostacoli della comunicazione. Esistono quattro stili di comunicazione che presentano delle caratteristiche specifiche e facilmente riconoscibili. Proviamo a partire da alcuni esempi:
L’assertività è uno stile di comunicazione che richiede sia una
conoscenza
teorica che
molto
esercizio per poter essere messa in pratica in modo efficace. Esattamente come per
qualsiasi altra attività umana (come ad esempio esercitare una professione, suonare uno strumento o fare uno sport) anche la comunicazione richiede un ostante allenamento. I
leader assertivi
si contraddistinguono per la loro efficacia, per la loro capacità di guidare i team di lavoro e per i risultati di business che riescono ad ottenere. L’assertività non si impara leggendo un manuale ma diventando
consapevoli del proprio stile di comunicazione e correggendo gli errori che derivano da schemi automatici. L’essere umano tende a ripetere sempre le stesse azioni aspettandosi che miracolosamente avvenga un cambiamento. Per diventare realmente assertivi è necessario un percorso di coaching o di una formazione in gruppo specifica. L’
assertività si contrappone ad altri due stili principali quello aggressivo e quello passivo. Esiste anche uno stile detto
“passivo-aggressivo” tipico di quelle persone che tendono ad esprimere la tensione emotiva (rabbia, disappunto o svalutazione) attraverso, ad esempio, il silenzio
È abbastanza semplice riconoscere uno stile assertivo osservando un interlocutore, lo è meno riuscire a comprendere le nostre modalità di comunicazione. Il ruolo dell’osservatore esterno è sempre una posizione privilegiata per cogliere alcuni elementi dell’altro. Il nostro stile infatti è completamente automatico (frutto di anni ed anni di apprendimento) e raramente ci accorgiamo delle nostre modalità di comunicare con gli altri. Normalmente rimaniamo colpiti quando osserviamo un video che ci ritrae mentre parliamo. Facciamo fatica a riconoscere la voce come nostra (ma in questo caso esiste anche una spiegazione neurofisiologica dato che la nostra scatola cranica modifica realmente il suono che percepiamo) e diventiamo consapevoli improvvisamente dei nostri modi di dire e del nostro modo di gesticolare.
Vediamo brevemente come si caratterizza una persona assertiva:
Tende ad approfittare degli altri. Persegue i suoi obiettivi in modo diretto ma poco strategico. È una modalità che illude la persona di ottenere dei risultati ma, se questo avviene, è solo per un breve periodo di tempo. Questo stile tende a produrre effetti distruttivi nei team e le tipiche risposte di contro-dipendenza che influiscono direttamente sull’efficienza e sul business dell’organizzazione. Quando ad esempio il leader non è presente il team metterà in atto tutta una serie di escamotage per controbilanciare gli effetti di questo atteggiamento. Il leader “aggressivo” si illude di aver potere all’interno di un’organizzazione.
Comportamento verbale
Adotta un linguaggio diretto, svaluta i collaboratori e ricorre a costanti generalizzazioni (ad esempio “sei sempre il solito”, “Non ne fate mai una giusta”). Tende a ricorrere al turpiloquio o ad espressioni “colorite” solo per ribadire la sua posizione dominante. Questo atteggiamento in realtà comunica una scarsa capacità di leadership ed una debole autostima producendo quindi un classico effetto paradosso nel team.
Comportamento non verbale
Gesti minacciosi, chiusura del corpo, sguardo diretto e sfidante. Incapacità nel gestire la prossemica (la distanza interpersonale). Tono di voce alto ed esagerato. Incapacità di armonizzare il suo stile in base al contesto.
Accetta in modo passivo qualsiasi situazione, non è in grado di fornire un feedback né di portare avanti le sue decisioni. Può essere un grande lavoratore ma tende a non valorizzare i suoi punti di forza.
Comportamento verbale
Utilizza con una certa frequenza espressioni che comunicano incertezza (ad esempio “forse, potrebbe essere, non sono sicuro ma”…oppure “non è così importante”). Tende a rimanere in silenzio e fa fatica ad intervenire durante una riunione di lavoro.
Comportamento non verbale
Scarso contatto oculare, postura incerta e tendenza ad utilizzare un tono basso della voce. Tende a mantenere una gestualità imprecisa che trasmette un senso di insicurezza nell’interlocutore.
Come avevo accennato esiste anche uno stile
“Passivo-aggressivo” . Ora potrebbero sembrare due modalità in netta contrapposizione dato che questo stile è un po’ più complesso da identificare. Una persona passiva può, con il suo silenzio, trasmettere aggressività oppure sperimentare una serie difficoltà nel gestire le ondate di rabbia che inevitabilmente potrebbe provare per via del constante senso di frustrazione a cui si sottopone. È una persona che può lanciare “frecciatine” o utilizzare modalità manipolative verso gli altri (ad es. mettere in giro voci infondate).
Questo stile
non è semplicemente una “via di mezzo” tra quello passivo e quello aggressivo ma una vera e propria modalità per affrontare il mondo. La persona assertiva può anche sperimentare, ad esempio, la rabbia o la paura ma è ben consapevole delle sue emozioni e delle sue risorse. Se è necessario non teme di chiedere aiuto a qualcuno nei momenti di difficoltà.
Non è un “maestro Zen” ma una persona che sa vivere nel suo contesto ed affrontare concretamente e pragmaticamente i problemi sia professionali che personali.
Comportamento verbale
Evita le generalizzazioni, il contenuto della sua comunicazione è facilmente comprensibile. Adotta il suo stile in base all’interlocutore, utilizza metafore ed altre formulazioni per riuscire ad essere comprensibile. Sa fornire un feedback efficace e sa ascoltare l’interlocutore.
Comportamento non verbale
Adegua il suo stile “non verbale” alle caratteristiche dell’interlocutore e in funzione del contesto. Le parole e la gestualità sono ben armonizzate al punto che la comunicazione diventa piacevole, coinvolgente, rassicurante e positiva. Con il suo comportamento non verbale è in grado di trasmettere sicurezza ma anche decisione.
Lo
stile di comunicazione è il frutto di tantissime variabili compreso il contesto familiare in cui una persona ha vissuto. Ma questo non può oggi rappresentare una scusa. Le persone sono responsabili del proprio comportamento e hanno a disposizione, oggi in particolare, tutti i supporti necessari per poter promuovere un vero cambiamento. L’affermazione
“Sono fatto così e non posso farci niente” è assolutamente falsa e rappresenta solo una rassicurante scusa per se stessi.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
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