Nell'era digitale in cui viviamo, l'accesso ad una vasta gamma di contenuti online è diventato, per molte persone, una realtà quotidiana. Tuttavia, alcuni di questi contenuti potrebbero avere un impatto negativo sulla salute mentale degli individui che hanno subito traumi o che sono vulnerabili a determinati stimoli. Per affrontare questa problematica psicologica, sono stati introdotti i seguenti avvisi:
In ambito accademico e scientifico l'efficacia dei Trigger Warnings e dei Content Warnings è stata oggetto di dibattito. Diversi studi hanno suggerito che tali avvisi potrebbero non essere efficaci nel prevenire l'impatto negativo di contenuti disturbanti sulla salute mentale degli individui. Alcuni ricercatori, infatti, ritengono addirittura che i Trigger Warnings possano essere dannosi, in quanto potrebbero rinforzare le paure e le ansie dei soggetti sensibili. Una recente meta-analisi ha cercato di fare chiarezza sul tema.
I trigger warnings sono nati nei primi forum quando il web ha iniziato a diventare popolare e si sono diffusi nell'ambiente universitario e nei media in generale. Inizialmente pensati per argomenti traumatici come le aggressioni e le violenze il loro utilizzo si è esteso ,in seguito, ad una più vasta gamma di esperienze. Nonostante non esista un'analisi formale, i trigger warnings vengono insireti nelle serie televive, nei videogiochi e nei media includendo avvisi sulle possibili reazioni emotive o specificando che il contenuto potrebbe offendere alcuni gruppi di persone particolarmente interessati dal contenuto. La loro definizione si basa sull'intento più che condivisibile di aiutare gli individui a prepararsi psicologicamente e ad evitare dei contenuti che potrebbero scatenare in loro ricordi o emozioni legate a esperienze passate. Ma funzionano realmente?
Lo studio sulla rivista Clinical Psychological Science ha analizzato 12 ricerche precedenti focalizzate sull'efficacia dei content warning. L'obiettivo era quello di comprendere l'impatto di queste avvertenze sul benessere emotivo e cognitivo del pubblico, in particolare nel caso in cui ci fossero stati dei contenuti negativi o disturbanti. La ricerca si è concentrata nel tentativo di dare una risposta a quattro domande principali:
La meta-analisi ha esaminato i principali studi empirici correnti su questi temi. Nel complesso, hanno scoperto che gli avvisi non producono un effetto positivo sulle risposte affettive. Addirittura, aumentano in modo sensibile l'ansia anticipatoria. I risultati sull'evitamento sono meno precisi ma suggeriscono comunque che questi avvisi non hanno un effetto sull'interazione con il materiale esplicito. Questi risultati, quindi, hanno importanti implicazioni politiche, sociali oltre che per la pratica clinica.
In sintesi
In conclusione, questo studio invita ad una
riflessione critica sull'efficacia
e sull'uso appropriato dei content warning. Se l'intenzione di
proteggere il pubblico è lodevole, è fondamentale valutare gli
effetti reali di queste pratiche sulla salute psicologica e sull'esperienza emotiva dei destinatari. La ricerca apre la strada a ulteriori studi su come le avvertenze sui contenuti possano essere implementate in
modo efficace
e sensibile, tenendo conto delle diverse reazioni individuali.
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
Victoria M. E. Bridgland Payton J. Jones and Benjamin W. Bellet. A Meta-Analysis of the Efficacy of Trigger Warnings, Clinical Psychological Science
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