La depressione è un disturbo psicologico che altera sia i pensieri che le emozioni. L’individuo alimenta tra sé e sé un dialogo interno negativo che incrementa i pensieri catastrofici verso il futuro e l'autovalutazione. La depressione è un'etichetta che viene usata spesso a sproposito dalle persone e che richiede invece un inquadramento diagnostico solo da parte di un professionista (psicologo, psicoterapeuta e/o psichiatra). È importante ricordare che è più corretto parlare di "depressioni" al plurale dato che esistono diverse forme di depressione il cui esordio, gravità e prognosi può avere delle variazioni sostanziali.
Questo disturbo colpisce le persone con modalità e forme differenti. Come già ricordato in precedenza esistono diverse tipologie di depressione. La sintomatologia può variare in modo significativo e anche il livello di gravità può essere diverso da soggetto a soggetto. Vediamo insieme i sintomi della depressione e lo facciamo invitandoti ad evitare però di effettuare un’autodiagnosi.
Ti ricordiamo di approfondire sempre con uno psicoterapeuta la tua condizione psicologica.
I sintomi più frequenti nella depressione possono essere:
Esiste anche una forma
depressiva stagionale chiamata SAD
(Seasonal Affective Disorder) che emerge appunto durante i mesi invernali.
Grazie alla
ricerca scientifica
oggi abbiamo a disposizione
diverse opzioni di trattamento
per le persone che soffrono di depressione. I trattamenti validati prevedono un percorso di
psicoterapia, l’utilizzo di
psicofarmaci
o una
combinazione dei due trattamenti. E’ importante, infatti, ricordare che esistono anche delle strategie che possono ridurre il quadro depressivo come la “Behavioral Activation” e che possono essere affiancati ai normali trattamenti. L’APA
(American Psychological Association) ha analizzato le ricerche oggi disponibili sulla
depressione
per individuare delle
linee guida di intervento
in base all’età del soggetto.
"Tutto è iniziato in modo graduale,
ho perso interesse
per il lavoro, per lo sport e per le relazioni. Ho iniziato a provare sempre
meno emozioni
e nulla sembrava più toccarmi da vicino.
Non provavo più gioia
all'idea di organizzare un viaggio, di andare a correre o di incontrare qualcuno. Arrivavano poi dei pensieri angoscianti e sentivo spesso salire l'ansia.
Cercavo in tutti i modi di "sforzarmi"
di essere felice e di apparire quello che ero sempre stato ma diventava tutto sempre più faticoso e difficile. Il sonno stava diventando un problema
dormivo troppo
o alle volte non riuscivo a riaddormentarmi per le preoccupazioni. Provavo anche degli
stati di agitazione
e di angoscia e i tentativi degli altri di aiutarmi non davano nessun effetto. Anzi mi sentivo
sempre più inadeguato
e in colpa verso di loro. Ero in un
circolo vizioso senza via di uscita
fino a quando non mi sono convinto di andare da uno psicoterapeuta e ho iniziato a comprendere e a lavorare seriamente sul mio
disturbo psicologico."
Esistono fattori
biochimici,
genetici,
psicologici, ambientali e particolari life event (come ad esempio i lutti, perdita del lavoro o di un ruolo, la fine di una relazione ma anche la morte di un animale domestico) che possono incrementare in modo sensibile il rischio che una persona possa
sviluppare una forma depressiva. Al netto della sua eziopatogenesi è importante ricordare che la
depressione può essere trattata in modo efficace sia attraverso la psicoterapia che grazie ai farmaci o, meglio, ricorrendo ad entrambe le soluzioni. Oggi abbiamo a disposizione dei protocolli di intervento efficaci e basati sull’approccio
evidence based che possono aiutare la persona a ridurre o a risolvere completamente la depressione.
Per effettuare una diagnosi corretta come sempre è importate rivolgersi a un professionista (psicologo, psicoterapeuta o psichiatra) dato che sono molte le variabili che possono influenzare l’umore. Quindi evita l’autodiagnosi e le terapie “fai da te” magari basate su prodotti omeopatici o sostanze come droghe.
In generale la
depressione è la seconda causa d’invalidità per malattia, subito dopo le patologie cardiovascolari. In alcuni casi si tratta di una condizione cronica che però può essere gestita. Gli adolescenti possono invece presentare una
maggiore irritabilità. La
depressione maggiore si attesta intorno al 10% della popolazione. Un depresso in genere presenta dei sintomi relativi alla
stanchezza, la percezione di non avere energie, il lamentarsi di
aspecifici dolori fisici, l’essere irritabile. È importante sapere, inoltre, che la percentuale di atti anticonservativi si aggira intorno al
15% dei casi. La depressione risulta
più comune nelle donne che negli uomini. Un disturbo depressivo può avere un esordio in qualsiasi età, anche se la
media si attesta intorno ai 25 anni. Nell’anziano la depressione va presa in seria considerazione dato che potrebbe trattarsi del
prodromo dell’insorgere di una demenza.
La caratteristica generale e trasversale che accompagna tutti questi disturbi è la presenza dell’umore triste, vuoto irritabile accompagnato da modificazioni somatiche e cognitive che incidono in modo significativo sull’individuo. Dobbiamo parlare di depressioni al plurale dato che non esiste un’unica psicopatologia ma diverse sue varianti con caratteristiche, trattamenti, prognosi diverse l’una dall’altra. Per questa ragione è fondamentale, come sempre, un inquadramento diagnostico per meglio indirizzare la persona verso il trattamento migliore.
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
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