Il COVID-19 può provocare dei danni celebrali.
All'inizio l'obiettivo principale dello studio del COVID-19 malattia è stato comprendere i suoi effetti sui polmoni. Adesso delle recenti ricerche stanno iniziando a scoprire il suo potenziale impatto negativo sul cervello.

Il COVID-19 può produrre dei danni cerebrali
Sono sempre di più le evidenze scientifiche che dimostrano come una percentuale rilevante di pazienti COVID-19 presenti, a distanza di alcuni mesi dalla guarigione, una serie di sintomi sia a livello psicologico che neurologico. I sintomi che emergono rientrano in un quadro di PTSS (Post-traumatic stress symptoms) e sono in parte riconducibili anche a dei problemi di carattere celebrale.
Le problematiche neurologiche post-covid sono state osservate in uno studio condotto in Cina grazie alla fMRI (Risonanza Magnetica Funzionale). La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Neurobiology of Stress e il campione era composto da pazienti dimessi dall’ospedale di Wuhan nel 2020. Essi sono stati, per sei mesi, monitorati dopo essere guariti dal COVID-19. Questi soggetti mostravano diverse difficoltà come ad esempio dei problemi significativi di connettività celebrale tra le reti sensomotorie e quelle visive. Uno dei sintomi più noti del COVID-19 è, ad esempio, la perdita dell'olfatto (anosmia) che coinvolge il Sistema Nervoso Centrale.
Il COVID-19 può produrre una riduzione del QI
Un altro dato preoccupate è come il COVID-19 possa influenzare negativamente anche il QI (Quoziente Intellettivo). Una ricerca condotta nel Regno Unito e pubblicata sulla rivista EClinical Medicine che ha coinvolto ben 81337 soggetti nel periodo tra il mese di gennaio e dicembre 2020 ha mostrato una differenza significativa tra coloro che si erano ammalati di COVID-19 e coloro che non si erano mai infettati. Il 15% del campione era formato da persone che avevano contratto il virus SARS-Cov2 e che avevano sviluppato la malattia. Questo gruppo di pazienti ha mostrato una significativa riduzione delle capacità cognitive e questo dato è risultato indipendente da altre variabili come l’età, il sesso, il livello di istruzione e le condizioni mediche generali pregresse. In particolare è peggiorata la capacità di ragionamento, di pianificazione e di problem solving. Coloro che erano stati ricoverati in sub-intensiva o in terapia intensiva mostravano inoltre le performance più negative. E’ ancora presto per comprendere se i danni prodotti dal COVID-19 saranno permanenti, o si modificheranno nel tempo, ma è evidente come il virus SARS-Cov2 sia in grado di generare una serie di problematiche importanti per la salute sia fisica che psicologica. È probabile quindi che nei prossimi anni assisteremo ad un incremento dei disturbi neurologici ed emozionali correlati direttamente e indirettamente con la pandemia.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
- Hampshire Adam,Trender William,Chamberlain Samuel R,Jolly Amy E.,Grant Jon E. Patrick ,Fiona et al. Cognitive deficits in people who have recovered from COVID-19. Research paper| Volume 39, 101044, September 01, 2021. EClinical Medicine
- Zening Fu, Yiheng Tu, Vince D. Calhoun, Yuqi Zhang, Qing Zhao, Jun Chen, Qingtao Meng, Zhijie Lu, Li Hu, Dynamic functional network connectivity associated with post-traumatic stress symptoms in COVID-19 survivors, Neurobiology of Stress, Volume 15, 2021, 100377, ISSN 2352-2895,
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