L'intelligenza artificiale (AI) e la robotica vengono sempre più utilizzate sul posto di lavoro per automatizzare non solo le attività banali e ripetitive ma anche i processi più evoluti. Questa tecnologia ha il potenziale per aumentare l'efficienza, incrementare la produttività, ridurre i costi e migliorare la sicurezza nelle operazioni aziendali. Tuttavia, ci sono anche potenziali sfide che derivano dall'implementazione dell'intelligenza artificiale nei contesti organizzativi. Questi includono problemi come il rapporto dell'essere umano con l'AI e soprattutto la perdita i migliaia di posti di lavoro sostituiti dall'automatizzazione. Infatti L’intelligenza artificiale e la robotica stanno progredendo con una rapidità sorprendente grazie anche alla quantità di dati oggi disponibili sul comportamento umano, alla sempre maggiore velocità di calcolo dei computer e all’evoluzione degli algoritmi e dei sistemi di auto-apprendimento. Le organizzazioni hanno iniziato a sostituire le persone con degli algoritmi mentre i robot, come ben sappiamo, sono già da tempo presenti nei processi produttivi.
Uno scenario dai contorni imprevedibili
Nei prossimi anni, quindi, le nuove tecnologie potrebbero essere in grado di
sostituire milioni di lavoratori
presenti in una vasta gamma di settori compreso nell’ambito dei servizi ed è anche possibile che molti lavori, che oggi consideriamo comuni, siano destinati a sparire nel breve periodo, fenomeno che si osserva ogni volta che ci trova difronte ad una
rivoluzione tecnologica. Malgrado questo tema sia già stato affrontato da diverse prospettive, sia economiche che sociali, non si è ancora indagato sull’effetto che la
sostituzione tecnologica
potrebbe provocare in un lavoratore soprattutto sul piano psicologico. Infatti che cosa potrebbe accadere sul piano cognitivo ed emozionale? Una ricerca ha provato ad iniziarea sondare questa
dimensione psicologica. I dati che emergono sono interessanti. Le persone percepiscono in modo differente la possibilità di essere sostituiti da un altro essere umano piuttosto che da un robot o da un’intelligenza artificiale. L’autostima
di un lavoratore viene maggiormente preservata nel caso in cui il sostituto fosse un essere considerato “inanimato” piuttosto che un’altra persona in carne ed ossa. La preoccupazione, in questo caso, si sposta sulla
dimensione economica
e sulle
incertezze del futuro. Considerando che è impensabile frenare questa rivoluzione tecnologica sarebbe opportuno che i decisori politici, le organizzazioni e gli psicologi del lavoro iniziassero a definire delle strategie per affrontare uno scenario psicologico, sociale ed economico che potrebbe diventare realtà nei prossimi anni.
In sintesi:
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
Armin Granulo, Christoph Fuchs & Stefano Puntoni. Psychological reactions to human versus robotic job replacement. Nature Human Behaviour volume 3, pages 1062–1069(2019).
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