In alcuni casi i
sintomi dell'infarto
sono complessi da riconoscere per una persona e possono essere scambiati per altri problemi di salute. In genere compare il
tipico dolore al petto
che si estende lungo la spalla, il braccio o la schiena ma anche sensazioni che coinvolgono lo stomaco, un'intensa sudorazione, la nausea e il vomito. La
celerità con la quale
un paziente decide di cercare aiuto
può essere determinante per la sua vita
e
non è legata solo al saper riconoscere i sintomi. Comprendere quali fattori stimolano questi processi decisionali può essere utile per migliorare la prevenzione. Una ricerca pubblicata su “Annals of Behavioral Medicine” che ha coinvolto 102 persone sopravvissute ad un attacco cardiaco ha evidenziato un dato interessante: chi possiede una
maggiore familiarità con la matematica tende a chiedere più rapidamente un aiuto medico
quando compaiono i primi sintomi. I ricercatori hanno somministrato ai pazienti, dopo cinque giorni dall’evento, diversi test (ad esempio: ansia, depressione, gravità dei sintomi, conoscenza dei sintomi, ritardo nel processo decisionale) uno di essi in particolare si concentrava sulle
abilità di calcolo.
I risultati hanno mostrato che coloro che hanno presentato una
performance più elevata nella gestione del test di calcolo
erano stati in grado di ricercare al momento del bisogno un’assistenza medica entro un’ora dalla comparsa dei primi sintomi rispetto a coloro che erano risultati meno abili. La
capacità di applicare i concetti matematici alla vita quotidiana
favorisce, secondo i ricercatori, una maggiore abilità nel valutare i rischi per la salute e in generale permette di rendere più efficaci e rapidi i processi decisionali. La prevenzione non è solo una questione di corretta informazione ma anche di stimolare dei processi decisionali più efficaci.
Purtroppo molte persone
ritardano la richiesta di un supporto medico
durante la comparsa della cosiddetta
“Sindrome Coronarica Acuta”
aumentando in questo modo la probabilità di incorrere in gravi conseguenze. Malgrado la ricerca abbia compiuto passi importanti non si è ancora riusciti a migliorare in modo significativo il
comportamento delle persone nelle situazioni potenzialmente critiche. E’ comprensibile come sia importante approfondire le ragioni che influenzano i processi decisionali, aspetti che coinvolgono sia i processi cognitivi (come nel caso di questa ricerca) che emozionali.
Infatti si è visto come il processo decisionale che portava a richiedere un aiuto specialistico era sensibilmente più elevato nel caso di persone che mostravano una minore confidenza con l’abilità di calcolo. Inoltre all’arrivo al Pronto Soccorso i pazienti risultavano positivi al test della Troponina (enzimi di natura proteica che possono segnalare un danno a livello cardiaco). A questo punto risulta quindi importante, a livello di prevenzione, occuparsi di questi aspetti soprattutto per migliorare e personalizzare i processi di comunicazione e individuare le persone che potrebbero avere problemi nell’elaborare una decisione che potrebbe salvargli la vita. Tale ricerca evidenzia come il ruolo della psicologia possa, ancora una volta, risultare centrale nell’elaborazione di strategie preventive.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Fonte:
Numeracy Predicts Risk of Pre-Hospital Decision Delay: a Retrospective Study of Acute Coronary Syndrome Survival. Dafina Petrova, Rocio Garcia-Retamero, Andrés Catena, Edward Cokely, Ana Heredia Carrasco, Antonio Arrebola Moreno, José Antonio Ramírez Hernández e Dafina Petrova. Petrova, D., Garcia-Retamero, R., Catena, A. et al. ann. behav. med. (2017) 51: 292.
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