Un’Intelligenza Artificiale è in grado di analizzare un’enorme quantità di dati e di fornire delle indicazioni per la risoluzione dei problemi con un ampio livello di certezza. Gli algoritmi, la potenza di calcolo e i dati che oggi abbiamo a disposizione stanno gettando le basi per una nuova rivoluzione tecnologica che modificherà per sempre lo stile di vita delle persone ed anche le modalità con cui dovranno operare i professionisti sanitari come gli psicologi e i medici. Ad esempio, un sistema di “Deep learning”, è in grado di stabilire la probabilità che ha una persona di andare incontro ad un episodio depressivo semplicemente analizzando il contenuto dei messaggi di testo o degli status su un social. Siamo distanti anni luce dai primi tentativi di creare un’Intelligenza Artificiale, infatti oggi i sistemi di apprendimento che abbiamo a disposizione possono sviluppare delle specifiche competenze impensabili in passato. Le applicazioni più comuni dell’AI (Artificial Intelligence) comprendono la percezione visiva, l’interpretazione del linguaggio umano e l’apprendimento automatico. In realtà ogni giorno utilizziamo dei sistemi esperti come quando comunichiamo a voce con Alexia, Google Home o Siri.
L’impatto della
robotica
e dell’Intelligenza Artificiale
porterà già nei prossimi mesi ad uno
stravolgimento delle nostre abitudini
e inevitabilmente alla
fine di tanti lavori
che oggi consideriamo normali con la probabile conseguenza dell’aumento di problematiche sociali se non saranno prese in considerazione le variabili psicologiche e sociologiche che tale trasformazione comporterà. Infatti il sistema della logistica, dei trasporti, dell’istruzione, della finanza e della sanità sono solo alcuni dei settori che subiranno un cambiamento definitivo. Inoltre è innegabile che questa ricerca di innovazione tecnologica sia stata amplificata dalla pandemia che ha fornito un ulteriore stimolo al cambiamento. L’Intelligenza Artificiale
esegue delle attività complesse con una velocità, una precisione e una capacità di analisi infinitamente superiore all’essere umano. Questo scenario può rappresentare sicuramente un vantaggio liberando le persone dal peso di perdere tempo in operazioni di routine o di ricerca; ma esistono anche dei pericoli concreti. Infatti, nel
2019, è emerso che un algoritmo utilizzato da un’assicurazione sanitaria negli Stati Uniti era palesemente discriminatorio nei confronti dei pazienti di colore
complicando il loro l’accesso ai percorsi di cura. Gli algoritmi sono creati da persone che ovviamente hanno dei pregiudizi, degli stereotipi e delle visioni “ingenue” del mondo e possono quindi introdurre le loro distorsioni cognitive e i loro bias nei sistemi di AI (Artificial Intelligence). Proprio per questa ragione gli
psicologi, negli Stati Uniti, stanno lavorando e aiutando gli ingegneri a sviluppare i software per l’Intelligenza Artificiale. La psicologia ha a disposizione un’ampia e solida base scientifica relativa all’interazione uomo-computer e al funzionamento mentale. Su questo tema anche le questioni etiche hanno un peso rilevante.
Gli attuali sistemi, per quanto performanti, presentano comunque dei limiti. Ad esempio attualmente un
bambino è molto più abile dell’Intelligenza Artificiale
nell’apprendimento esplorativo, sociale e nella definizione di modelli mentali. Per questa ragione sarebbe utile dotare questi
sistemi di una sorta di “curiosità” e della capacità di “giocare” con l’ambiente. Elementi che aiutano e rinforzano l’apprendimento nell’essere umano. Un’Intelligenza Artificiale fa ancora fatica a distinguere tra un rumore casuale da un evento interessante per l’apprendimento.
Un altro problema importante riguarda le applicazioni commerciali di queste tecnologie. Infatti risultano tanti i prodotti che non hanno destato interesse da parte dei consumatori nel passato e di conseguenza i grossi brand sono oggi molto più prudenti nell’introdurre delle innovazioni. Un conto sono i vantaggi visibili in un laboratorio di ricerca ben altro la sua applicazione quotidiana. Ad esempio i sistemi di guida autonoma promettono di rendere più sicuro il trasporto e la robotica consente già oggi di automatizzare tantissimi lavori. Ma quale può essere l’impatto sul pubblico? Le persone preferiranno guidare o farsi condurre da un’Intelligenza Artificiale dal momento che essa risulta molto più sicura? L’essere umano tende a diffidare della tecnologia soprattutto quando questa sembra prendere delle decisioni autonome. Tendenzialmente sovrastimiamo le nostre capacità cognitive, le nostre abilità e la capacità di prendere decisioni. Alcune ricerche evidenziano proprio questa diffidenza di carattere psicologico che potrebbe inficiare il successo commerciale di tanti prodotti e servizi.
Quando pensiamo al futuro tendiamo ad immaginarlo dispotico o utopico quando nella realtà le evoluzioni sono imprevedibili e molto più complesse di quanto si possa credere. È probabile che molti lavori spariranno, ma altri troveranno proprio nell’Intelligenza Artificiale un supporto fondamentale. In ambito psicologico e medico è innegabile come le nuove tecnologie stiano già fornendo un supporto prezioso per i pazienti. Ad esempio le Intelligenze Artificiali offrono la possibilità di:
La maggior parte degli psicologi e dei medici ritiene che l’Intelligenza Artificiale offra un supporto e non un’alternativa al trattamento tradizionale. Il problema potrebbe invece insorgere dal lato “utente” nel senso che le persone potrebbero sopravvalutare l’efficacia di questi strumenti e utilizzarli come sostituto di una terapia con tutte le conseguenze imprevedibili per l’equilibrio psicologico. Un conto è un percorso basato sull’Evidence Based erogato da un professionista altro è un sistema di Intelligenza Artificiale completamente autonomo. È ovvia quanto sia molto più semplice utilizzare le nuove tecnologie per gestire un sistema di guida automatica che non un trattamento completo sul piano psicologico in cui la relazione tra il terapeuta e il paziente è un requisito fondamentale per il successo della psicoterapia.
Inoltre c’è un
problema relativo alla privacy
e alla raccolta di dati relativi alla salute. Questo è un ambito che richiede anche una regolamentazione sul piano normativo e apre questioni etiche. Infatti nel
2020 è emerso un problema importante di privacy
quando delle sessioni di psicoterapia sono state rese pubbliche senza mantenere l’anonimato del paziente durante una riunione della società Talkspace (una software house che si occupa proprio di terapia online). Contravvenendo a quanto prevede il codice deontologico degli psicologi e la normativa vigente in tema di privacy.
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
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