Jason Becker
nasce il 22 luglio del 1969 in California e inizia ad avvicinarsi alla musica alla tenera età di cinque anni. Nella sua famiglia sia il papà che lo zio suonano la chitarra passando dal blues alla classica e
stimolano nel piccolo Jason la passione
per questo strumento. Jason inizia ad esercitarsi con dedizione, disciplina e passione per molte ore al giorno. La sua capacità di apprendimento risulta da subito incredibile al punto che già in
prima media si ritrova a dare addirittura lezioni di chitarra al suo insegnante di musica. Infatti Jason iniziò studiando nota per nota i brani di
Eric Clapton, di
Jim Hendrix
e di
Jeff Beck
per poi avvicinarsi ai virtuosi della chitarra elettrica come
Eddy Van Halen
e
Yngwie Malmsteen. La tecnica, la velocità, la precisione e le influenze classiche diventarono sempre più presenti nella musica metal all’inizio degli anni ’80 e Jason Becker seguii le orme di quel movimento
diventando a soli 16 anni un virtuoso della chitarra. Le sue influenze musicali non si fermarono al rock, alla classica e al blues ma spaziarono in ogni genere possibile con riferimenti alle diverse culture persino a quelle orientali. Jason Becker fondò con
Marty Friedman
i Cacophony un gruppo che si impose subito sulla scena musicale dell’epoca entrando nell’Olimpo del genere metal neo-classico degli anni ’80. Lo
stile di Jason Becker e di Marty Friedman, pur ripercorrendo le sonorità tipiche del genere, si contraddistingueva per delle particolari linee melodie sostenute da un’esecuzione tecnica e virtuosistica. La combinazione delle due chitarre era semplicemente perfetta e il duo intraprese un lungo tour negli Stati Uniti e in Giappone ottenendo un grande successo sia di pubblico che di critica. La carriera di Jason è stata da subito fulminante e veloce al punto che
fu chiamato a sostituire Steve Vai
(un altro genio e virtuoso della chitarra noto per aver collaborato con Frank Zappa) nella Davide Lee Roth Band (ex front man dei Van Halen). Jason all’epoca aveva solo 20 anni ed aveva bruciato ogni tappa,
il suo stile era unico e riconoscibile, le sue abilità tecniche fuori dal comune e la sua carriera ormai lanciata. Nulla poteva fermare il giovane talento che ormai era seguito da
milioni di fan in tutto il mondo.
Quella che sembrava una carriera ormai inarrestabile fu interrotta nel peggiore dei modi. Proprio durante le sessioni di registrazione del nuovo album di David Lee Roth (A Little Ain't Enough)
iniziarono a comparire le prime avvisaglie della malattia. Tutto iniziò con dei sintomi poco chiari e apparentemente non preoccupanti come un
senso di intorpidimento sulle gambe e qualche difficoltà di movimento. Ma rapidamente il quadro clinico iniziò a peggiore. Dopo aver fatto alcuni accertamenti medici gli
venne diagnosticata la SLA una malattia degenerativa che non lascia molte speranze al paziente al punto che gli medici prospettarono al giovane musicista una
speranza di vita di soli tre anni. Ma Jason non si arrese e continuò a lavorare in sala di registrazione per portare a compimento il suo lavoro. Purtroppo le mani iniziarono a perdere in modo sempre più rapido la forza e la precisione. Furono proprio le gravi condizioni di salute che gli impedirono di andare in tour con l’ex frontman dei Van Halen. Possiamo solo immaginare le
condizioni psicologiche in cui si il giovane musicista si è venuto a trovare nel vedere improvvisamente infrangersi il suo sogno per un qualcosa che non dipendeva da lui. Infatti il destino gli aveva riservato la peggiore delle soprese, bisogna provare a immedesimarsi nello stato d’animo di un musicista
che si accorge di perdere progressivamente e in modo inarrestabile la sensibilità e della forza nelle mani.
Jason Becker nonostante la malattia continuasse a peggiorare, sostenuto dalla sua passione per la musica e dal desiderio di sopravvivere, continuò a comporre. Infatti anche se non riusciva più a suonare la chitarra iniziò a usare una tastiera per scrivere le sue composizioni. Purtroppo la SLA è grave patologia degenerativa che non lascia molte speranze ai pazienti. Jason con il tempo perse l’uso delle mani, della gambe e pian piano di tutto il corpo pur mantenendo la sua lucidità e le sue doti di musicista. Ed è proprio grazie a un computer dotato di un software progettato apposta per essere utilizzato attraverso i movimenti della testa e degli occhi che Jason riuscì a realizzare in cinque anni l’album Perspective. Attualmente le sue condizioni di salute sono sostanzialmente stabili malgrado i medici gli avessero prospettato una vita breve. La passione per la musica, la vicinanza dei suoi cari e dei suoi amici hanno contribuito a sostenere psicologicamente Jason nell’affrontare il percorso di malattia. Jason Becker ancora oggi continua a comporre musica e ha pubblicato recentemente l’album Triumphant Hearts.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
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