Sembra verosimile che le persone utilizzino i movimenti oculari per ricordare in modo più efficace le informazioni visive soprattutto quando queste sono particolarmente complesse. Questa strategia potrebbe aiutare gli anziani nel superare i problemi della memoria che sopraggiungono con l’avanzare dell’età. Questa ipotesi era già stata in parte avanzata dalla PNL (Programmazione NeuroLinguistica) il controverso modello elaborato da John Grinder e Richard Bandler. E' importante sottolineare che l'ipotesi rigida e deterministica della PNL non ha trovato nella realtà un riscontro e di conseguenza i cosiddetti "canali rappresentazionali" correlati ai movimenti oculari sembrano solo un'affascinate ipotesi purtroppo non sostenuta dall'evidenza scientifica. Inoltre i sostenitori della PNL affermano di poter comprendere se una persona è sincera solo attraverso l'osservazione dei movimenti oculari. Anche in questo caso non esiste un'evidenza scientifica e diversi studi hanno smentito tale correlazione diretta. Il rischio è quello di incorrere in falsi positivi, in valutazioni pregiudiziali e influenzare così negativamente la qualità della relazione. I canali rappresentazionali previsti dalla PNL (visivo, auditvo e cinestesico) collegati a specifici movimenti oculari non hanno quindi nessuna validità scientifica.
Un dato invece interessante che riguarda i
movimenti oculari e la memoria è emerso in un recente studio pubblicato sulla rivista “
Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance”. Gli autori dell’articolo hanno analizzato, mentre eseguivano un test di memoria, i movimenti oculari di 20 giovani adulti (di età compresa tra i 18 e i 27 anni) mettendo a confronto i risultati con un altro gruppo di 20 anziani (di età compresa tra i 63 e gli 84 anni).Ogni
prova prevedeva che i soggetti memorizzassero una serie di oggetti presenti sullo schermo del computer. Dopo la presentazione dell’informazione lo schermo rimaneva neutro per un periodo variabile (da 1 secondo a 6 secondi). Dopo questa breve pausa veniva presentata loro nuovamente la schermata precedente e i soggetti erano chiamati a verificare se qualcuno di essi era stato spostato rispetto alla precedente presentazione. In base all’ analisi dei movimenti oculari i ricercatori hanno osservato come tutti i soggetti spostassero i loro occhi sulla schermata neutra come se stessero rievocando inconsapevolmente quanto aveva da poco osservato. Questo
comportamento era risultato più evidente nel gruppo dei soggetti anziani
rispetto a quello dei giovani.
In sintesi
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
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