Gli individui che sono testardi
e fermi nelle loro convinzioni tendono a cercare meno informazioni e di conseguenza
prendono decisioni peggiori
rispetto a coloro che adottano un atteggiamento aperto e disponibile. È quanto emerge da uno studio che ha coinvolto un campione di 734 adulti negli Stati Uniti. Ai soggetti è stato chiesto di svolgere un compito online che prevedeva una valutazione e una decisione. Ai partecipanti venivano mostrate due caselle “tremolanti” che contenevano al loro interno dei punti e veniva chiesto loro di valutare quale di queste ne avesse di più. Dopo aver effettuato la
prima scelta
e prima di comunicare quella definitiva veniva loro data la possibilità di visualizzare un’altra versione del “gioco” in cui le differenze erano più facili da cogliere.
Prima di questo esperimento i soggetti avevano risposto a dei questionari che valutavano il loro orientamento politico e il
livello di “flessibilità” e di “rigidità”. Il campione era così diviso in due gruppi: i "moderati" e i "dogmatici". I risultati ottenuti dall’esperimento sono apparsi decisamente interessanti, se le decisioni prese nella prima parte del “gioco” erano state accurate in entrambi i cluster la reale differenza emergeva nella seconda fase.
Infatti, i “dogmatici” tendevano a rinunciare alle informazioni aggiuntive e quindi la
loro performance risultava molto meno accurata
di quella dei moderati. Da questo esperimento si evince come le persone quando si trovano in un contesto incerto e instabile se hanno la capacità di ricercare altre informazioni supplementari riescono a prendere
decisioni più efficaci e consapevoli; se invece mantengono un atteggiamento “rigido” rischiano di incrementare i pregiudizi, di diminuire l’ascolto dell’altro e di aumentare gli errori di valutazione. Questo tipo di atteggiamento “dogmatico” influenza oltre i processi decisionali anche il buon funzionamento di un’organizzazione. Un esempio drammatico di quanto questo stile possa produrre risultati catastrofici lo possiamo ritrovare in
Anatolij Stepanovič Djatlov. L'atteggiamento "rigido" del vicedirettore tecnico della
centrale nucleare di Chernobyl, che supervisionò e diresse il test del reattore 4, fu parte delle cause che provocarono il peggior incidente della storia dell'energia nucleare.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
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