Il termine ageism (traducibile in italiano con ageismo) è stato coniato nel 1969 dallo psichiatra Robert N. Butler per indicare un pregiudizio legato all’età di una persona. Il concetto si può applicare sia verso i giovani che soprattutto verso gli anziani; infatti si può ritenere una persona “troppo giovane” o “troppo vecchia” per svolgere una determinata attività in modo del tutto pregiudiziale. Questo atteggiamento può produrre degli effetti concreti in particolar modo verso gli anziani che possono subire questo tipo di discriminazione da diversi punti di vista. In un momento drammatico come quello che ha caratterizzato la pandemia da COVID-19 il tema dell’agism (ageismo) è diventato ancora più centrale nel confronto politico e sociale. La Prof.ssa Becca Levy, PhD (Professore di Epidemiologia alla Yale School of Public Health e professoressa di Psicologia presso la Yale University) che ha il merito di aver iniziato a studiare questo tema ha sottolineato come gli stereotipi negativi relativi alle persone anziane possano produrre degli effetti sui bambini e sugli adolescenti dato che quest’ultimi tenderanno ad applicare queste credenze anche a loro stessi quando raggiungeranno la terza età. L'ageismo è una forma di discriminazione basata sull'età che può manifestarsi in diverse sfaccettature, tra cui stereotipi negativi, pregiudizi e trattamenti ingiusti. L'atteggiamento "Ok Boomer" può essere considerato un esempio di ageismo, in quanto generalizza e denigra le persone più anziane in base alla loro età, senza considerare le loro esperienze, competenze o contributi alla società.
La sociologia offre un quadro interessante per comprendere le dinamiche sociali e culturali che caratterizzano le diverse generazioni. Nel corso degli anni, sono stati coniati vari termini per classificare le persone in base al loro anno di nascita, in particolare i Baby Boomer, la Generazione X, la Generazione Z e i Millennials (o Generazione Y). Questi gruppi generazionali hanno vissuto esperienze diverse che hanno plasmato la loro visione del mondo, i valori, i comportamenti e le aspettative. Vediamo nel dettaglio le caratteristiche demografiche e sociologiche delle varie generazioni.
L’idea che tutti gli anziani siano fragili e vulnerabili può generare un effetto psicologico importante su questo cluster di popolazione. La limitazione dell’autonomia, la perdita di auto-efficacia e la paura di un contagio possono generare un impatto emozionale importante sugli anziani. Ma questi stessi messaggi potrebbero anche avere conseguenze nel futuro sulle modalità con cui i giovani di oggi affronteranno la loro vecchiaia. Inoltre, questi stereotipi relativi all’età possono influenzare le modalità con cui le varie generazioni si relazionano tra di loro oggi. È una visione primitiva ed ingenua pensare di dividere la società in due grandi gruppi: ovvero le persone anziane come fragili e i giovani come “sani e forti”. Se è vero che il cut-off si colloca intorno ai 65 anni ed è concreto un rischio più rilevante di incorrere in complicazione serie da COVID-19 molti adulti ed anziani sono persone sane e assolutamente autonome. Questo stereotipo può portare i nipoti e i figli ad inviare messaggi che minano la capacità decisionale, il senso di autonomia ma anche la componente emozionale degli anziani generando conseguenze importanti sul piano psicologico come viene sottolineato da Alison Chasteen, PhD, professore di psicologia all'Università di Toronto. Anche se le intenzioni sono buone è importante sempre preservare il senso di autonomia e di indipendenza delle persone. Se questo atteggiamento si trasforma uno stressor questo può generare anche un impatto a livello fisico oltre che psicologico.L’età non può essere l’unico criterio da utilizzare ma è necessario valutare anche la presenza di altre fragilità sia fisiche che psicologiche.
Insieme al COVID-19 si èdiffusa in tutta la società questo pregiudizio che può produrre un impatto importante sia sul benessere psicologico che su quello fisico degli anziani. È possibile attenderci quindi l’emergere di ulteriori problemi di salute nei prossimi mesi per questa fascia della popolazione. Proprio per questa ragione gli psicologi, gli psicoterapeuti e in generale tutte le persone che si occupano di salute dovrebbero prendere in seria considerazione questi aspetti. Ma in che modo affrontare l’ageism? Proviamo in sintesi a rispondere a questa domanda:
In conclusione, superare l'ageismo richiede un impegno collettivo a livello sociale, istituzionale e individuale. È importante promuovere una cultura inclusiva che valorizzi l'invecchiamento attivo e favorisca la collaborazione tra generazioni. Solo attraverso questi sforzi congiunti sarà possibile creare una società più equa e rispettosa di tutte le età.
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
Grazie per aver contattato lo Studio RPStrategy©. Ti risponderemo entro 24 ore.
Ci spiace ma c'è stato un errore imprevisto. Ti chiediamo la cortesia di riprovare oppure ti inviare un'email a info@rpstrategy.it
Inviando una richiesta si dichiara di aver letto il disclaimer sulla privacy e si autorizza lo studio RPStrategy© ad elaborare una risposta.
Rock Paper Scissors Strategy®
è un marchio registrato.
E’ vietata la riproduzione del marchio e dei contenuti, immagini e qualsiasi altra forma di comunicazione soggetta a copyright. N. Registrazione 0001536494 aprile 2013
RPStrategy®
Positive Strategy for Best Life
Studio di Psicologia RPStrategy®
del Dott.Igor Graziato
IT 08222720016
Sede legale:
Via Orazio Antinori 8
10128 Torino
RICEVO A TORINO
E ONLINE
Via Orazio Antinori, 8 10128 Torino
Tel. (+39) 347 1000224
PEC: igor.graziato@pec.it