Circa il 4% della popolazione soffre della fobia verso gli aghi (detta belonefobia) che produce un comportamento di evitamento ad esempio verso la vaccinazione contro il virus SARS CoV-2. Per sostenere la bontà della propria decisione queste persone andranno alla ricerca d’informazioni coerenti con la propria scelta e quindi finiranno facilmente nelle mani dei vari imbonitori presenti in rete e cadranno vittime delle fake news e delle varie teorie del complotto. Infatti il vero problema, oggi, è quello di gestire l’ansia, la paura e le varie fobie che rischiano di ritardare il processo di vaccinazione e produrre delle conseguenze negative per quanto riguarda la salute pubblica. La psicologia, in questa fase, assume un ruolo ancora più centrale nella gestione della pandemia. Siamo infatti di fronte a problematiche emozionali che producono un impatto concreto sulla società. Secondo la Prof.ssa Lindsey L. Cohen della Georgia State University di Atlanta oggi è fondamentale che gli psicologi si occupino di affrontare queste problematiche con i pazienti in accordo con i loro medici curanti. Inoltre grazie alla psicoterapia, all’ipnosi e alla realtà virtuale è possibile aiutare le persone a sviluppare delle strategie di coping efficaci, ad apprendere delle tecniche di rilassamento e di ipnosi per gestire al meglio la paura per gli aghi o per il vaccino.
La maggior parte di coloro che non vogliono vaccinarsi non sono in realtà dei veri “novax” ma degli individui che sono seriamente spaventati delle conseguenze negative che tale “terapia” potrebbe generare su di sé o sui loro figli. In realtà la vaccinazione è una delle misure più efficaci che abbiamo a disposizione, si tratta di una pratica sicura, che ha permesso nel passato di prevenire delle gravi infezioni e salvare milioni e milioni di vite umane (come ad es. il vaccino per il vaiolo o la poliomielite). Nel caso del COVID-19 abbiamo a disposizione anche dei vaccini di ultima generazione (mRNA) come BioNTech-Pfizer e Moderna che sono stati realizzati con una nuova tecnologia e sono stati regolarmente approvati dai vari enti regolatori (FDA, EMA). Ma quello che avrebbe dovuto essere la punta di diamante della ricerca scientifica ha generato un effetto paradosso ovvero l’emergere di una paura “irrazionale” proprio verso questi vaccini. Tutto questo è stato purtroppo amplificato da una comunicazione caotica e confusa sorretta dai media, dai social network e dalla diffusione incontrollata delle cosiddette “ fake news ”. Così sono iniziati a circolare i primi dubbi riguardo alla velocità con cui sono stati messi a punto i vaccini e l’idea che questa tecnologia potesse produrre degli effetti negativi. Tutto questo dimenticando come in questa sfida per combattere la pandemia in realtà si sia mobilitata tutta la ricerca a livello internazionale proprio per trovare una soluzione.
Nel 2022 i progressi della scienza sono ben visibili basti pensare ad esempio alla potenza di calcolo di uno smartphone che ha dell’incredibile se comparata con i computer del passato, alla possibilità di comunicare in tempo reale con tutto il mondo e ai cambiamenti che proprio l’innovazione tecnologica ha prodotto nel nostro stile vita. Malgrado queste evidenze la paura si è diffusa in modo trasversale coinvolgendo una fetta molto ampia della popolazione al netto del loro livello di istruzione. È innegabile che la comunicazione è stata uno degli anelli più deboli della gestione dell’intera pandemia.
“Malgrado cercassi di tranquillizzarmi in tutti i modi i miei pensieri continuavano ad essere terrificanti. L’ansia continuava a salire e in alcuni momenti mi sembrava di impazzire. Ho cercato in tutti i modi di ritardare il vaccino. Ma poi ero combattuto. La paura di ammalarmi di covid si alternava alla paura di morire per il vaccino. La mia mente continuava a creare dell’immagini spaventose, mi vedevo svenire e morire per una qualche malattia sconosciuta. Ho passato ore e ore a cercare informazioni in rete aumentando solo la mia paura e la confusione. Senza un supporto psicologico adeguato probabilmente non sarei mai riuscito a superare questa fobia. Poter comprendere l’origine di questo problema, apprendere delle tecniche di rilassamento e come gestire i miei pensieri e le mie emozioni è stato il modo per superare e vincere questa fobia.”
Quando arrivano nel mio studio molti pazienti riportano una narrazione simile a questa. Infatti la paura per il vaccino o per gli aghi, in questo momento storico, è probabilmente sottostimata. È comprensibile che le persone siano spaventate e subiscano anche lo stigma di essere considerate dei “novax”. Ma nella realtà gli antivaccinisti sono una piccola minoranza di persone che sono mosse da ben altre motivazioni. In questo caso l’invito è quello in primis di rivolgersi al proprio medico curante per una valutazione completa sul piano clinico per poi procedere con un trattamento psicoterapeutico mirato proprio ad affrontare e superare la paura per gli aghi e/o per il vaccino. Come sempre è fondamentale che il trattamento sia personalizzato in funzione dei bisogni del paziente, della sua storia di vita e delle sue risorse in modo da aiutarlo, insieme al medico, ad affrontare la vaccinazione contro virus SARS CoV-2 con maggiore serenità. È importante ricordare che un maggiore rilassamento durante l’iniezione produce anche un impatto significativo sulla percezione del dolore. Inoltre è possibile lavorare anche sull’assertività in modo da permettere alla persona di esprimere in modo diretto i suoi bisogni al sanitario che deve effettuare il vaccino (ad es. specificare che preferisce sdraiarsi, ascoltare della musica e fare un breve esercizio di respirazione). Infatti distrarre la propria mente verso un altro stimolo produce un impatto positivo sulla paura e sull’ansia. Un altro aspetto da prendere in considerazione è la necessità di effettuare in genere due somministrazioni del vaccino, un procedimento che può aumentare il livello di stress e di paura nel paziente fobico o ansioso. In questo caso è importante lavorare su che cosa è andato bene durante la prima iniezione e lavorare sulla componente emozionale. Inoltre gli psicologi possono incoraggiare le persone a migliorare il dialogo interno e ridurre l’impatto dei “pensieri catastrofici” che possono risultare amplificati proprio dalla diffusione di certe notizie sui media. Sappiamo quanto l’ansia e l’angoscia siano correlati con il dolore e la tensione muscolare tutti elementi che rischiano di peggiorare le condizioni psicologiche del paziente durante l’iniezione. Se le persone non ricevono un adeguato supporto psicologico, soprattutto oggi durante la pandemia, rischiano di andare incontro a dei seri problemi per la salute sia fisica che psicologica.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Riferimenti scientifici
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