I social network hanno modificato probabilmente per sempre non solo il web ma anche il nostro stile di vita e le modalità che utilizziamo per comunicare e socializzare. La ricerca spasmodica di consenso, di like e di condivisioni sembra diventato per molti un obiettivo da raggiungere ad ogni costo. Ma per quale ragione la nostra mente reagisce in questo modo? Perché per qualcuno i like diventano così importanti per la propria esistenza? Ultimamente è emersa un’ipotesi interessante che equipara le strategie utilizzate per ricercare il consenso sui social con le modalità con cui gli animali vanno alla ricerca di cibo.
Questa ricerca è stata pubblicata su “Nature Communications” e ha analizzato più di un milione di post sui social network prodotti da un campione di 4166 utenti. Grazie a questa analisi è emerso che chi riceve un alto tasso di “like” tende a pubblicare con più frequenza dei post e a dare delle risposte seguendo degli schemi che si sovrappongono perfettamente a quanto prevede la teoria dell’apprendimento tramite rinforzo. Ulteriori conferme sono arrivate grazie ad un esperimento online in cui i ricercatori hanno manipolato consapevolmente il tasso di “like” di circa 200 persone. I social network contano ogni giorno miliardi di utenti che da ogni parte del mondo trascorrono in media molte ore online.
Questo legame con Instagram, Facebook, Twitter e TikTok assume in alcuni casi i contorni di una specie di “dipendenza” che può spingere un utente, particolarmente predisposto a instaurare questo tipo di relazione con i social e a rinunciare ad altre attività. È probabile che la ricerca spasmodica del consenso sociale, dell’approvazione degli altri e le ricompense che gli algoritmi possono fornire ad alcuni post generi un impatto diretto sul comportamento umano.
I like generano quindi un rinforzo positivo producendo un senso di gratificazione simile alle ricompense che avvengono con il cibo o con il denaro. Alcuni studi basati sulle tecniche di neuroimaging hanno confermato questo legame. Malgrado i limiti di questi studi dovuti al fatto che sono stati realizzati in laboratorio pare credibile che i social network potrebbero ripercorrere il processo di massimizzazione della ricompensa in modo del tutto sovrapponibile a come avviene per il cibo o per altri stimoli.
I social network sono una sorta di Skinner Box?
La cosiddetta Skinner Box (che prende il nome dal noto psicologo Burrhus Frederic Skinner) consente di osservare il comportamento di un topo all’interno di una gabbia dove è presente una leva che se viene premuta rilascia del cibo. L’animale all’inizio dell’esperimento inizia a girare in modo casuale con un comportamento di esplorazione dell’ambiente. Prima o poi arriverà a spingere incidentalmente la leva e in questo modo sarà “premiato” con del cibo. In un primo momento il topolino non si renderà conto del legame causale tra la pressione della leva e la ricompensa ma dopo diversi tentativi diventerà chiaro l’effetto di questa azione. L’animale andrà quindi avanti a premere la leva fino a quando sarà completamente sazio. Questo modello risulta applicabile anche all’essere umano quando utilizza i social network e questo consente di prevedere il comportamento online degli utenti. Anche la tendenza che si osserva sui social ovvero la polarizzazione delle opinioni può essere alimentata dal feedback sociale dei “mi piace”.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Fonte
Lindström, B., Bellander, M., Schultner, D.T. et al. A computational reward learning account of social media engagement. Nat Commun 12, 1311 (2021).
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