Il disturbo bipolare è una grave patologia mentale che impatta in modo severo sulla vita dei pazienti che ne soffrono. Questa problematica influenza in modo drammatico i pensieri, i sentimenti, le emozioni e i comportamenti generando, nell’individuo, delle profonde variazioni dell’umore. Infatti, le persone che soffrono di questo disturbo presentano una forte oscillazione della loro condizione psicologica che può passare da uno stato di mania a uno di depressione.
Il disturbo bipolare colpisce circa il 3% della popolazione e i primi sintomi compaiono nella tarda adolescenza o nei primi anni dell’età adulta. La patologia psichiatrica è probabilmente generata da un insieme di fattori genetici ed ambientali anche se non è ancora chiara l’eziopatogenesi del disturbo bipolare. Ad oggi si sa che il disturbo bipolare ha una forte familiarità e il rischio aumenta in modo significativo se una persona ha un genitore o un fratello con tale problema. Inoltre il disturbo bipolare presenta anche un elevato rischio suicidario.
Durante la fase maniacale il paziente presenta:
Durante la fase depressiva il paziente presenta:
Il DSM-5 presenta una serie di criteri diagnostici per individuare tale problematica ovvero il Disturbo bipolare di tipo I, il disturbo bipolare di tipo II, la ciclotimia ed il disturbo bipolare indotto da sostanze.
Per poter fare diagnosi di Disturbo bipolare di tipo I è sufficiente la presenza di almeno un episodio maniacale senza che emergano degli episodi depressivi anche se è molto probabile che questi possano presentarsi prima o dopo l’episodio maniacale. Infatti, la maggior parte dei pazienti che hanno avuto un episodio maniacale andranno incontro prima o poi ad un episodio depressivo durante la loro esistenza.
Secondo il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) l’episodio maniacale si caratterizza per la presenza nel paziente di un umore eccessivamente elevato, eccitato e/o irritabile che perdura per almeno sette giorni. La persona tende ad incrementare in modo eccessivo le normali attività quotidiane. L’episodio maniacale si caratterizza per la presenza dei seguenti sintomi:
In genere è sufficiente la presenza di tre dei sintomi riportati per poter fare diagnosi di un episodio maniacale.
È importante ricordare che anche il consumo di sostanze o altre problematiche organiche potrebbero essere alla base di questi comportamenti. Per tale ragione è fondamentale che la diagnosi venga effettuata da un professionista sanitario (psicologo e/o psichiatra). Inoltre bisogna sottolineare come l’episodio ipomaniacale sia diverso da quello maniacale in quanto deve durare solo quattro giorni e le condizioni del paziente non richiedono un ricovero.
Secondo il DSM-5 il
Disturbo bipolare di tipo II è una problematica psichiatrica che si caratterizza per la presenza di un episodio di depressione maggiore (passato o recente) e almeno un episodio ipomaniacale (anch’esso emerso nel passato o più recentemente). Il
disturbo depressivo maggiore deve durare almeno due settimane mentre quello ipomaniacale, come già indicato in precedenza, deve avere una durata di almeno quattro giorni. È importante ricordare come non sia possibile fare diagnosi di
Disturbo Bipolare di tipo II se c’è stata la presenza anche di un solo episodio maniacale nel corso dell’intera esistenza. Nel caso specifico, infatti, si predilige la diagnosi di Disturbo bipolare di tipo I.
In entrambe le tipologie del Disturbo bipolare (di tipo I e di tipo II) i momenti di tono dell’umore elevato si alternano a momenti depressivi che possono essere profondi ed angoscianti. La fase depressiva può durare a lungo generando delle ricadute drammatiche sul piano psicologico. Proprio per questa ragione è probabile che il paziente richieda un supporto proprio durante una fase depressiva dato che diventa più consapevole della malattia.
La cosiddetta ciclotimia rientra nei disturbi bipolari e si caratterizza per delle frequenti alterazioni del tono dell’umore che persistono per almeno due anni. L’intensità della fase maniacale e di quella depressiva non raggiungono però i livelli del Disturbo bipolare. Per poter fare diagnosi di disturbo ciclotimico è importante che il paziente non abbia mai sofferto di un disturbo depressivo maggiore, di ipomania o di mania.
È innegabile che il Disturbo bipolare sia una psicopatologia particolarmente grave e complessa da trattare. Spesso le persone ottengono una diagnosi tardiva di tale problematica psichiatrica e, inoltre, nelle fasi maniacali il paziente sperimenta un apparente stato di benessere che lo porta a non riconoscere la gravità della malattia. Come tutte le patologie mentali con il tempo, anche il disturbo bipolare, non fa che peggiorare sempre di più. Poter inquadrare, sul piano diagnostico, il disturbo bipolare, rappresenta il primo passo per affrontare tale problematica. Il trattamento prevede sia il supporto psicofarmacologico che quello psicoterapico. Migliorare la consapevolezza nel paziente, aiutarlo a riconoscere i prodromi di una fase maniacale e sostenerlo nel trattamento psicofarmacologico rappresentano alcuni degli obiettivi fondamentali della psicoterapia. Durante il trattamento si forniscono gli strumenti necessari per aiutare il paziente a osservare, conoscere, condividere e modificare i propri stili di pensiero irrazionali e disfunzionali. La psicoterapia aiuta anche il paziente ad apprendere le strategie più adeguate ed efficaci per affrontare le difficoltà quotidiane. È stato dimostrato scientificamente che il mantenere dei comportamenti regolari rispetto alle proprie attività quotidiane, come l’alimentazione ed il sonno, è utile per evitare gli eccessivi squilibri dell’umore.
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Membro della Division 30 Society of Psychological Hypnosis
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
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