Esistono molti sinonimi per
descrivere la
forza di volontà
come ad esempio: determinazione, motivazione, disciplina, autocontrollo e motivazione. La
psicologia
ha studiato da tempo questo aspetto del
comportamento umano
riuscendo a darne così una definizione più completa che consiste nell’affermare che la forza di volontà è la capacità di:
•
ritardare
la gratificazione;
•
focalizzare
l’attenzione su un obiettivo a lungo termine resistendo alle tentazioni del presente;
•
evitare
di procrastinare;
•
ignorare
un pensiero, un’emozione o un impulso se questo disturba la concentrazione o un’attività nel presente;
•
mantenere
uno stato di calma anche di fronte alle situazioni complesse;
•
dormire
in modo adeguato;
•
gestire
in modo consapevole ed efficace lo stress.
La
forza di volontà è una risorsa limitata
che può esaurirsi anche velocemente. Siamo portati a credere, ingenuamente, che i processi mentali siano infiniti quando in realtà anch’essi, come tutte le cose, sono soggetti all’entropia. Per questa ragione le
persone che sono dotate di forza di volontà
sono anche in grado di
gestire in modo efficace il tempo
e lo stress. In fondo anche gli
smartphone
hanno bisogno di energia e di ricaricarsi così il nostro cervello che è milioni di volte più complesso e delicato deve avere dei momenti di pausa. Il
sonno, ad esempio, è una funzione fondamentale che permette di
migliorare l’apprendimento, l’umore e ha una funzione importante per regolare l’organismo.
Molti credono che per migliorare la propria vita basti aumentare la cosiddetta forza di volontà, ottenendo ciò magari per magia attraverso qualche consiglio o grazie a qualche farmaco miracoloso. In fondo sarebbe sufficiente solo avere un po’ più di autocontrollo per essere in forma, per smettere di fumare e di procrastinare in modo da poter condurre una vita più sana e soddisfacente. Infatti spesso le persone considerano la mancanza di forza di volontà come l’ostacolo principale al cambiamento personale e professionale. Malgrado questa consapevolezza di sapere che cosa manca le persone tendono a credere che “la forza di volontà” possa magicamente emergere senza impegno e senza sforzo. Un po’ come credere che sia sufficiente iscriversi in palestra per migliorare immediatamente il proprio fisico evitando però lo sforzo e la fatica del praticare qualsiasi sport o sperare di poter parlare in inglese, in modo fluente, senza applicarsi costantemente. Infatti esistono diverse ricerche che confermano come sia possibile incrementare la forza di volontà, ma solo attraverso la pratica quotidiana e all’uso di specifiche strategie psicologiche.
Contatta uno psicologo per comprendere il tuo problema
Nell’epoca 2.0 le persone tendono a cercare su Internet le informazioni relative alla salute. Così è facile giungere a considerazioni, spesso del tutto errate, sulla problematica psicologica o medica che le affligge. Prima di considerare la tua condizione come un problema di forza di volontà (e agire di conseguenza) è fondamentale approfondire la tua difficoltà psicologica. L’assenza di motivazione, la stanchezza, l’ansia, la poca determinazione o la tendenza a procrastinare potrebbero rientrare in un quadro psicologico specifico.
Come abbiamo visto la forza di volontà è qualcosa di più complesso e strutturato. Non è una specie di energia magica. Per diventare determinati serve una strategia specifica. Infatti sono tre i fattori che bisogna prendere in considerazione:
A prescindere da quale sia il tuo obiettivo ad esempio perdere peso, smettere di fumare, studiare di più o trascorrere meno tempo sui social, migliorare la forza di volontà è un passo fondamentale per raggiungere questo risultato.
Lo psicologo Walter Mishcel ha analizzato la capacità di autocontrollo nei bambini attraverso un semplice ma efficace test. I suoi esperimenti divennero noti come il “test del marshmallow” e furono fondamentali per approfondire lo studio della determinazione e dell’autocontrollo. Il test consisteva nel presentare a dei bambini in età prescolare un piatto di marshmallow dando loro la possibilità di scegliere tra due opzioni:
Le due condizioni, come è evidente, portavano a valutare la forza di volontà nel resistere alla tentazione nell’immediato per ottenere una gratificazione nel futuro. In questo caso nei bambini, come negli adulti, la forza di volontà viene intesa come un’abilità fondamentale per ritardare un impulso. I risultati del test furono interessanti, infatti i bambini che avevano dimostrato un buon autocontrollo (ovvero avevano aspettato il ricercatore ottenendo così due marshmallow) avevano anche ottenuto in seguito dei risultati migliori a livello scolastico, professionale e personale. In pratica, a distanza di decenni, il comportamento espresso da bambini durante il test del marshmallow risultò coerente anche nell’adolescenza e nell’età adulta. Inoltre, la capacità di autocontrollo in età infantile è un miglior fattore predittivo del successo in età adulta rispetto alla valutazione del più tradizionale QI (Quoziente Intellettivo). In fondo la scelta che era stata posta ai bambini con il test del marshmallow è la stessa che gli adulti si trovano ad affrontare ogni giorno. Ad esempio, la capacità di rinunciare al piacere di una sigaretta oggi, per non rischiare di andare incontro a un grave problema di salute nel futuro; o l’evitare di comprare qualcosa subito, in modo impulsivo, per risparmiare dei soldi in modo da organizzare un bel viaggio o da metterli da parte in un fondo pensione. Secondo lo psicologo Walter Mishcel e i suoi collaboratori la capacità di ritardare una gratificazione già da bambini rappresenta un fattore predittivo del comportamento futuro da adulti. Questo avviene perché le persone possono utilizzare due sistemi di pensiero diversi:
Questi due sistemi sono simili all’angioletto e al diavoletto che viene spesso rappresentato nei fumetti o nei cartoni animati quando il protagonista deve prendere una decisione. Come avevamo già sottolineato la forza di volontà non è una risorsa illimitata, quindi una persona che non si concede qualche gratificazione potrebbe andare incontro a un esaurimento della sua determinazione.
Grazie alle moderne tecniche di neuroimaging è possibile oggi osservare il comportamento e il funzionamento del cervello dal “vivo”. Questo consente di comprendere meglio come le aree celebrali interagiscono tra di loro e di confermare la bontà di alcuni modelli mentali. Attraverso l’uso della Risonanza Magnetica Funzionale è stato possibile osservare come le persone con un basso livello di autocontrollo mostrassero di attivare degli schemi celebrali diversi da coloro che manifestavano una forte determinazione. I ricercatori hanno così scoperto che la corteccia prefrontale (una regione del cervello che è dedicata ai processi decisionali) è più attiva nei soggetti con un alto livello di autocontrollo, mentre per coloro che avevano dimostrato un basso livello di determinazione l’area più attiva era lo “striato ventrale”, una regione del Sistema Nervoso Centrale che si occupa di elaborare i desideri e di gestire le ricompense. La scienza deve ancora riuscire a spiegare in modo esaustivo perché alcune persone sono più sensibili alle tentazioni mentre altre meno. Come sempre è possibile ipotizzare che ci siano diversi i fattori in gioco, da quelli genetici fino all’ambiente dove una persona è cresciuta. Sono molte le ricerche che hanno confermato l’intuizione di Walter Mishcel, infatti, coloro che dimostrano una migliore capacità di autocontrollo durante l’infanzia sono “destinati” a diventare degli adulti con una migliore salute fisica e mentale, ad avere meno problemi di abuso di alcol e di sostanze, ad avere meno problemi con la legge e a dimostrare una migliore capacità di gestione dei risparmi. Tali risultati avvalorano l’ipotesi di quanto la forza di volontà sia determinante in quasi tutti i settori della vita.
Altri studi e ricerche hanno evidenziato come la forza di volontà sia una risorsa limitata. La capacità di ritardare la gratificazione se protratta a lungo potrebbe creare un effetto boomerang. Immagina di dover rinunciare a tutto, ad esempio, di dover prendere sempre e solo un’insalata a pranzo invece di concederti un hamburger ogni tanto, di dover evitare il caffè, di non fumare, di fare esercizio anche quando non ne hai voglia, di non fare nessun commento anche quando vorresti rispondere e cercare di far valere le tue posizioni, di non usare lo smartphone anche quando vorresti distrarti un po’. Se la vita si dovesse trasformare in una sequenza infinita di rinunce la forza di volontà tenderebbe a ridursi sempre di più e potrebbe portarti a reazioni di impulso difficili da controllare come ad esempio scatti di rabbia o acquisti impulsivi.
Secondo alcuni esperti la forza di volontà è una sorta di muscolo che può affaticarsi a causa di un allenamento eccessivo. Per dimostrare questa ipotesi lo psicologo Roy Baumeister ha definito una serie di esperimenti. Uno dei suoi primi studi consisteva nel portare delle persone in una stanza dove il profumo dei biscotti appena sfornati era irresistibile. Sul tavolo c’erano due piatti: uno contenete dei biscotti e altro dei ravanelli. Ad alcune persone era stato chiesto di assaggiare i biscotti e ad altri di mangiare i ravanelli. Successivamente tutto il gruppo era stato impegnato in un compito difficile ovvero risolvere un puzzle geometrico complesso avendo a disposizione trenta minuti. I risultati ottenuti hanno mostrato come le persone che avevano mangiato i ravanelli (e quindi avevano provato una profonda frustrazione) avevano rinunciato a completare il puzzle dopo solo otto minuti, mentre coloro che avevano mangiato i biscotti avevano proseguito a svolgere l’attività per quasi venti minuti. Resistere ai biscotti significava aver esaurito la forza di volontà e ridotto la capacità di autocontrollo nel compito successivo. Da quando questa ricerca è stata pubblicata per la prima volta, ovvero nel 1998, diversi altri studi hanno confermato questa ipotesi. Inoltre, sono emerse delle evidenze scientifiche che hanno dimostrano come la riduzione della determinazione sia correlata ad una diminuzione dell’attività della corteccia cingolata anteriore, un’area del Sistema Nervoso Centrale coinvolta nei processi cognitivi. In sostanza, quando la forza di volontà viene messa a dura prova dallo stress, il cervello sembra funzionare in un modo diverso dal normale. È anche possibile che il cervello, quando si trova focalizzato su un compito, tenda a consumare molto più velocemente il glucosio di quanto possa essere rintegrato con l’alimentazione. Altre ricerche dimostrano che le persone determinate e guidate da un obiettivo specifico sono anche più resilienti degli altri. Inoltre, l’ironia e l’autoironia, la capacità di affrontare le situazioni stressanti con delle efficaci strategie di coping e i cambiamenti (qualunque essi siano) aiutano a sostenere un atteggiamento determinato.
In sintesi
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
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