Più di un miliardo in tutto il mondo sono gli utenti che usano Instagram, un social network su cui le persone trascorrono in media 30 minuti al giorno. Instagram è una piattaforma digitale basata sull’immagine ed è proprio questa sua caratteristica che può interferire con l’autostima, influenzare l’immagine corporea soprattutto da parte degli adolescenti e far emergere così condizioni di ansia sociale. Gli algoritmi di Instagram rinforzano costantemente il comportamento passivo di far scorrere le foto senza sosta. In generale i social network possono rinforzare incosapevolmente la ricerca di approvazione attraverso i like stimolando aree specifiche del cervello generando una sorta di dipendenza. Un fenomeno questo completamente diverso dall’uso di un videogioco che stimola invece un’interazione più complessa e può incrementare le funzioni cognitive, sociali, relazionali ed emozionali. Instagram offre continuamente dei contenuti stimolando inconsapevolmente l’utente a trascorrere sempre più tempo sulla piattaforma. Inoltre il product placement, ovvero quella specifica strategia di marketing che basa il suo successo sull’uso degli influencer, su Instagram può apparire meno evidente. Raramente il consumatore ha la percezione di essere sottoposto a una forma di comunicazione pubblicitaria. Lo stesso fenomeno si osserva nei tanti reality show che contengono costantemente delle promozioni di prodotti o servizi ben celati nella narrazione e nella finzione televisiva.
Molti utenti di Instagram cercano di raggiungere a tutti i costi la popolarità incrementando il numero dei followers. Questo aspetto peculiare della piattaforma
stimola una competizione senza fine tra gli utenti
che non si limita solo alla dimensione fisica del corpo ma si focalizza anche sull’esibire uno stile di vita
possibilmente dispendioso. Che poi tutto questo sia reale o meno è un altro discorso dato che l’elemento alla base del successo di queste piattaforme risiede nella dimensione psicologica. Su
Instagram il confine tra finzione e realtà è labile. Fortunatamente i dati che abbiamo oggi a disposizione non segnalano una pericolosità specifica dei social network (Odgers, CL e Jensen, 2020) dato che il potenziale rischio di queste piattaforme risiede nelle
modalità con cui le persone interagiscono tra di loro
online. Questo aspetto può avere un impatto sulla condizione psicologica di molti utenti. Per questa ragione è importante valutare l’esperienza che questi strumenti di comunicazione possono generare negli individui.
I filtri presenti su Instagram, le app che consentono di ottenere un fotoritocco con pochi click ma anche la necessità di mostrare uno stile di vita da “VIP” sono alla base degli effetti nocivi di Instagram. Confrontarsi costantemente con un modello di vita irraggiungibile (presunto o reale che sia la differenza ha poco senso dato che parliamo di percezioni, di processi euristici e di aspetti relazionali ed emozionali) può produrre un impatto negativo sulle persone. Instagram può portare ad un aumento dei sintomi depressivi, all’ansia sociale e a distorcere l’immagine corporea in tutti i gruppi di età provocando anche una diminuzione dell’autostima. Gli utenti di Instagram tendono a seguire sia le persone che conoscono personalmente che altri utenti che non hanno mai incontrato. L’app tende quindi a creare un universo dai confini labili generando così una certa confusione nell’utilizzatore finale.
In generale le ricerche che abbiamo oggi a disposizione non evidenziano una pericolosità specifica dei social network.
Il rischio potenziale dell'uso di queste piattaforme risiede nelle modalità con cui gli utenti interagiscono tra di loro
ed è in funzione delle modalità di utilizzo di questi strumenti di comunicazione.
Qualsiasi utente Instagram conosce molto bene i filtri ed è inevitabile utilizzarli per migliorare la qualità dell’immagine. Purtroppo, la
pubblicazione di “selfie” modificati
attraverso le opzioni presenti sull’app è correlata con l’incremento dei disturbi alimentari. Secondo uno studio condotto su quasi 2500 studenti universitari una donna su tre ha affermato di aver modificato intenzionalmente le immagini per
alterare la propria forma fisica
prima di pubblicare la foto su Instagram. Tale pratica è associata, in genere, con la presenza di un qualche disturbo alimentare. Questo studio ha anche evidenziato il legame che esiste tra la
preoccupazione per l’immagine corporea
e la tendenza a modificare le foto.
Tendenzialmente la maggior parte degli adolescenti riconosce che i social network possono provocare alcuni problemi soprattutto rispetto al
confronto costante con i pari. Tuttavia essi riferiscono di trarne anche beneficio nelle relazioni sociali dato che le esperienza online sono multidimensionali. Instagram può essere utile per gli adolescenti LGBTQ soprattutto
al di fuori dei centri cittadini
dato che consente di stabilire un’interazione e sviluppare un senso di comunità al di fuori del piccolo centro dove si abita.Tuttavia il rischio è anche quello di diventare vittime del bullismo sui social e questo produce un impatto severo a livello psicologico incrementando la depressione e i pensieri anti-conservativi. In generale gli adolescenti sono attratti dai social media per via del loro
desiderio di popolarità
e del loro bisogno di relazione ma dall’altro lato sono particolarmente
vulnerabili e fragili. Esistono aree del cervello che reagiscono positivamente alle ricompense sociali producendo un incremento significativo dei recettori della dopamina e dell’ossitocina e questo fenomeno avviene soprattutto in adolescenza. Instagram o TikTok in alcuni casi quindi producono una
parentesi di felicità in una vita di routine.
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Esperto di VRT (Virtual Reality Therapy)
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Riferimenti scientifici
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