Nel luglio del 2016 la ACP (American College of Physicians) ovvero l’organizzazione che negli Stati Uniti rappresenta la comunità dei medici di medicina interna, ha ufficialmente comunicato che la psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale è il miglior trattamento attualmente disponibile per superare l’insonnia. Diverse ricerche e meta-analisi hanno infatti evidenziato la bontà e l’efficacia di questo trattamento rispetto all’utilizzo degli psicofarmaci. La Psicoterapia CBT per l'insonnia abbinata all'ipnosi rappresenta quindi un trattamento di prima scelta ed è basato sull’evidenza clinica quindi è utile per affrontare un problema che affligge milioni e milioni di persone nel mondo.
In
Italia si calcola che circa nove milioni
di persone soffrano di
insonnia cronica mentre quasi il 45%
va incontro a episodi transitori. Il
consumo di benzodiazepine
e di altri trattamenti farmacologici rappresenta una scelta spesso poco consapevole che rischia di attivare dei
pericolosi circoli viziosi
nelle persone che possono così cronicizzare il problema. L'insonnia può essere trattata con efficacia, senza l'ausilio di psicofarmaci, grazie al protocollo di intervento previsto dalla Psicoterapia Cognitivo Comportamentale per l'Insonnia (CBT-I Cognitive Behavioral Therapy for Insomnia). Il miglior modo per superare l'insonnia è quindi un trattamento naturale e basato sull'evidenza scientifica.
La CBT-I (la psicoterapia cognitivo comportamentale per l'insonnia) è ad oggi il miglior trattamento disponibile per gli adulti che soffrono di un’insonnia cronica. I protocolli di Psicoterapia CBT-I
migliorano il sonno nell’80% dei pazienti
ed eliminano completamente
l’uso dei sonniferi nel 90% dei pazienti. Gli studi scientifici hanno messo a confronto la CBT-I con l’uso di ipnoinducenti evidenziandone così la netta efficacia. Inoltre il trattamento cognitivo comportamentale per l’insonnia
non presenta effetti collaterali. I cosiddetti sonniferi non aiutano a migliorare il sonno. Alcuni psicofarmaci ipnoinducenti di ultima generazione non sono più efficaci del placebo. Questi prodotti tendono ad aumentare solo il tempo totale del sonno e riducono il tempo necessario per l’addormentamento. Questi brevi e limitati effetti positivi sono spesso superati da una
serie di effetti collaterali
che possono colpire in particolare gli adulti con un’età superiore ai 60 anni. Tra gli effetti collaterali abbiamo in particolare i
problemi legati alla memoria, il rischio di
dipendenza
e di
assuefazione, il rischio di
sovradosaggio
del farmaco, l’insorgere di
stati depressivi
e l’incremento del rischio di
demenza. Per questa ragione anche il mondo medico consiglia la Psicoterapia CBT-I come trattamento di elezione per l’insonnia.
La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale rappresenta il trattamento di prima scelta per aiutare, in modo del tutto naturale e senza l'utilizzo dei farmaci. Per le persone che hanno problemi di insonnia la CBT-I (Cognitive Behavioral Therapy for Insomnia) è efficace e consente di ottenere dei risultati stabili nel tempo. Gli obiettivi della CBT-I sono:
Il percorso per superare l'insonnia: è composto da incontri settimanali ed ha una durata complessiva di sole 10 sessioni.
Psychological Assessment
La fase iniziale è rappresentata da un assessment psicologico per inquadrare il tuo disturbo del sonno, verificare eventuali comorbilità e procedere con la definizione del trattamento personalizzato.
Il percorso
Durante le sessioni lo psicoterapeuta ti guiderà in modo attivo attraverso una precisa metodologia e con il supporto di alcuni strumenti specifici.
Follow up
Concluso il percorso è prevista una fase di Follow up per rinforzare ulteriormente l'efficacia del trattamento.
Il protocollo di intervento previsto dalla CBT-I lavora su tre dimensioni principali garantendo un'effacia del trattamento che supera quello farmacologico. In particolare:
Dimensione psico-educazionale
La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale per l'Insonnia (CBT-I) è un trattamento che affronta questa problematica molto diffusa tra la popolazione da diverse prospettive per garantire l'efficacia del trattamento. Le conoscenze errate, le convinzioni e le abitudini dei pazienti sono alcuni dei fattori che possono interferire con la quantità e la qualità del sonno. Per questa ragione una parte importante del trattamento viene dedicata a fornire delle indicazioni teoriche ed operative sul sonno.
Dimensione Comportamentale
Questa parte del trattamento di psicoterapia prevede due metodologie sostenute dall'evidenza scientifica.
Dimensione Cognitiva
Questa parte del trattamento si basa dulla teoria che le credenze e le convinzioni del paziente possano influenzare sia le esperienze emotive che il sonno. Di fronte alla stessa situazione (ad es. una notte insonne) ogni persona potrà regire in modo diverso e soggettivo. Lo psicoterepeuta aiuterà il paziente nel modificare tali convizioni e gli schemi disfunzionali appresi.
45% La percentuale della persone che soffrono d'insonnia in Italia.
40% Le persone che fanno fatica ad addormentarsi.
20% La percentuale delle persone che assume farmaci per dormire.
30% Le persone che soffrono di frequenti risvegli notturni.
93%
La percentuale dei pazienti che risolvono definitivamente il problema dell'insonnia grazie alla
CBT-I
Chi soffre d'insonnia spende 2000 Euro l'anno in più rispetto a chi ha un sonno regolare Tale cifra viene destinata a visite mediche e all'acquisto di farmaci.I noltre dormire male incrementa il rischio di mortalità, di ospedalizzazione e di essere coinvolti in incidenti stradali o sul lavoro.
L'insonnia è un problema molto diffuso che porta in molti casi l’individuo a ricercare delle soluzioni “fai da te” o vere e proprie auto-terapie che però, in moltissimi casi, non producono il risultato sperato incrementando così il senso di disagio, di tensione e di frustrazione. In genere chi ha problemi di sonno inizia prendere dei prodotti omeopatici o fitoterapici (come la Valeriana) nella speranza di ottenere un risultato che ovviamente non arriva per poi giungere a consumare degli ansiolitici (come lo Xanax o l'En). Attualmente la prima scelta per il trattamento dell’insonnia è la CBT-I (Cognitive Behavioral Therapy for Insomnia) che permette di ottenere dei risultati concreti attraverso un percorso strutturato e basato sull’evidenza scientifica ma che purtroppo risulta ancora poco conosciuto in Italia.
Generalmente le persone più
giovani soffrono di difficoltà legate all’addormentarsi
mentre le persone più anziane presentano
maggiori difficoltà a mantenere il sonno. Le problematiche relative al sonno presentano un certo grado di familiarità. I disturbi del sonno sono classificati come
primari
ed includono le dissonnie e le parasonnie. Le dissonnie riguardano le difficoltà legate all’addormentarsi o al mantenere il sonno (insonnia) o la sensazione di eccessiva sonnolenza (ipersonnia).
L'insonnia primaria
L’insonnia primaria è caratterizzata da un
problema nell’inizio
o nel mantenimento del sonno. Le persone che soffrono di questo disturbo presentano
difficoltà significative
nell’ambito professionale e personale, dato che non riescono a riposare in modo efficace durante la notte. L’insonnia primaria è spesso correlata alle preoccupazioni
accumulate durante il giorno, a un eccesso di stimolazione cognitiva o a comportamenti che possono compromettere i normali cicli sonno/veglia. Spesso si instaurano nelle persone dei “circoli viziosi” che compromettono definitivamente la qualità e la quantità del sonno. Ad esempio quando una
persona cerca di dormire senza riuscirci
incrementa il suo livello di tensione emotiva e anche l'aggressività, tale disagio non può che aumentare le difficoltà di addormentarsi.
L’insonnia, quando diviene cronica, influenza negativamente lo stato emotivo della persona, riducendo sensibilmente i livelli di attenzione, le capacità cognitive, la motivazione e il livello di energia fisica. L’ipersonnia primaria è caratterizzata da un estremo livello di sonnolenza (della durata di almeno un mese) che si presenta con lunghi periodi di sonno o dalla presenza eccessiva di episodi di sonno diurno che interferiscono in modo significativo con la sfera professionale, sociale e relazionale della persona.
La narcolessia si caratterizza con episodi ripetuti nel tempo di sonno (ai quali la persona non riesce a resistere), episodi di catalessia (improvvisa perdita del tono muscolare, soprattutto quando l’individuo sperimenta emozioni intense) e intrusioni di sonno R.E.M. durante il giorno. Generalmente il livello di sonnolenza decresce dopo una attacco narcolettico, salvo ripresentarsi in seguito.
I disturbi del ritmo circadiano del sonno sono caratterizzati da uno sfasamento significativo tra il ciclo sonno/veglia dell’individuo e le richieste del contesto esterno. I disturbi del sonno possono anche essere correlati a difficoltà respiratorie (es. apnee del sonno) che sono derivati da una anormale ventilazione notturna che portano a una eccessiva sonnolenza o insonnia. I sintomi possono includere un senso di soffocamento, angoscia ed estrema difficoltà nel risveglio. Le parasonnie sono caratterizzate da eventi fisiologici che si verificano durante il sonno, da comportamenti anormali (es.sonnambulismo), da alterazioni di specifiche delle fasi del sonno o da passaggi irregolari dallo stato di sonno a quello di veglia.
Gli incubi e il pavor nocturnus
Gli incubi sono caratteristici tra i 3 e i 6 anni di età e tendono a scomparire naturalmente quando i bambini crescono. In alcuni casi possono continuare a persistere o presentarsi anche in età adulta. Il cosiddetto “pavor nocturnus” si caratterizza da improvvisi e drammatici risvegli, che esordiscono con un urlo o con un forte pianto da parte della persona. Il livello di angoscia sperimentato è elevato e coinvolge tutto il sistema autonomo (sudorazione, accelerazione del respiro, rossore, dilatazione delle pupille…).
Nei bambini tale disturbo può esordire tra i 4 e i 12 anni e tende a risolversi spontaneamente nell’adolescenza. Negli adulti l’età di esordio è in genere compresa tra i 20 e i 30 anni, e tende a presentare un andamento cronico.
Il sonnambulismo è caratterizzato da ripetuti episodi in cui si presentano comportamenti motori complessi (ad esempio: la persona mentre dorme si alza dal letto, inizia a camminare e riesce persino a scendere scale e uscire di casa). Generalmente tale disturbo del sonno si presenta tra i 4 e gli 8 anni e può raggiungere il suo massimo verso i 12 anni di età. E’ importante sottolineare che molti disturbi del sonno sono una conseguenza secondaria di altri disturbi che coinvolgono la sfera emotiva della persona (ad esempio disturbi d’ansia, disturbi depressivi, disturbo post-traumatico da stress…). Il loro decorso è spesso correlato in modo significativo con l’andamento del disturbo psicologico. I disturbi del sonno correlati all’uso di sostanze devono essere distinti dagli altri disturbi dato che presentano modalità di esordio e di decorso differenti.
La CBT-I è efficace per migliorare la qualità del sonno ed è un trattamento raccomandato dalla comunità scientifica internazionale. La CBT-I (Cognitive Behavioral Therapy for Insomnia) è riconosciuta dalla NIH (National Institutes of Health) come il trattamento di prima scelta per l’insonnia ed è considerata altrettanto efficace quanto un intervento farmacologico ma con il pregio di essere più durevole nel tempo. Il trattamento cognitivo-comportamentale per l’insonnia è raccomandato anche dall’American Academy of Sleep Medicine (Schutte-Rodin et al., 2008, J of Clin Sleep Med, 4(5), 487-504).
Dott.Igor Graziato
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Past Vice President Ordine degli Psicologi del Piemonte
Bibliografia
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