Come è cambiata la narrazione onirica in questi mesi difficili?
La
pandemia ha prodotto una serie di ricadute psicologiche
importanti arrivando al punto da influenzare anche il
contenuto dei sogni
di molte persone. Un aspetto questo prevedibile dato che già alcune ricerche in passato avevano evidenziato un
collegamento tra un evento catastrofico “collettivo” e la produzione onirica. Ad esempio questo fenomeno è stato osservato dopo il terremoto di San Francisco del 1989 e ovviamente dopo l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001
(Bulkeley e Kahan, 2008). Esistono però delle differenze sostanziali tra questi eventi drammatici e la
pandemia di COVID-19.
La diffusione del
virus SARS-CoV2 ha coinvolto tutto il mondo
e non solo una località specifica generando così un livello più profondo di inquietudine e di angoscia collettiva. Inoltre si tratta di un virus e quindi di una minaccia invisibile potenzialmente presente in ogni luogo (anche nelle nostre case). Le contromisure che sono state adottate dai vari governi hanno comportato delle ricadute concrete e pesanti nella vita di tutti modificando quelle che erano le ruotine e le certezze quotidiane di ciascuno di noi. Uno studio pubblicato sulla rivista
“Dreaming”
ha evidenziato come negli ultimi mesi nella
narrazione onirica di molte persone hanno iniziato ad esserci dei pensieri negativi
e delle
emozioni angoscianti collegate al virus SARS-CoV2. L'incubo di ammalarsi, di trovarsi in un luogo contaminato senza mascherina o protezioni, la paura di perdere il lavoro, il timore di non ritornare alla normalità, l'angoscia per parenti e figli sono solo alcuni dei contenuti onirici osservati in questo periodo difficile.
Il campione di questa ricerca era composto da oltre 3000 adulti residenti negli Stati Uniti coinvolti nella ricerca attraverso un questionario online. Un primo dato interessante è emerso dall’analisi dei dati riguarda gli individui che sono stati colpiti direttamente dalla pandemia (ad esempio chi si era ammalato o aveva
perso il lavoro). Essi presentavano un
ricordo più vivido dei loro sogni
e il contenuto era, come è lecito attendersi, tendenzialmente negativo. Le
donne e le persone con un più alto grado di istruzione
dimostravano di avere maggiori effetti sull’attività onirica.
Questi risultati possono essere preziosi in quanto
consentono di individuare, attraverso i sogni,
le persone che possono presentare un maggiore rischio di problemi psicologici derivati dalla pandemia di COVID-19. La crisi globale generata dalla diffusione del virus SARS-CoV2 ha inciso pesantemente anche sulla qualità del sonno ha coinvolto in primis il
personale medico
generando un aumento dell’insonnia e degli incubi per poi ricadere sulla popolazione generale. In Cina quasi il 40% di un campione rappresentativo ha evidenziato
sogni correlati con il COVID-19. Secondo uno studio condotto da Gupta Madhulika (2020) i pazienti con un PTSD hanno presentato un aggravarsi del quadro psicologico a causa della pandemia.
Raccontare i propri sogni fa bene alla mente.
Poter condividere i propri
sogni
legati alla pandemia ha anche un
valore terapeutico
dato che consente di esprimere le emozioni, i sentimenti, i ricordi e le preoccupazioni che possono essere espressi più facilmente attraverso la descrizione delle immagini oniriche (Cartwright, 2011; Hartmann, 2011; Hill & Knox, 2010; Pesant & Zadra, 2004). Nel descrivere un
sogno angosciante o un vero e proprio incubo il paziente genera una versione narrativa
ed esterna a sé dell’esperienza che consente di rielaborare più facilmente ciò che sta vivendo nel quotidiano (Hill et al., 2001). Questo strumento potrebbe essere applicato anche online e tradotto in un intervento breve per fornire un supporto adeguato alle persone che presentano della
difficoltà
psicologiche derivate dalla pandemia. Tale supporto avrebbe dei
costi contenuti per le istituzioni
e permetterebbe di agire in modo strategico per
prevenire eventuali problemi
psicologici severi.
Psicologo del Lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Master in Cognitive Behavioural Hypnotherapy
Ipnosi Clinica Evidence Based
Membro dell'American Psychological Association
Riferimenti
- Cartwright Rosalind The Twenty-four Hour Mind: The Role of Sleep and Dreaming in Our Emotional Lives. 2010. Oxford University Press. p. 208list:
- Gupta MA.
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related to early life traumatic experiences during the COVID-19 pandemic by patients with posttraumatic stress disorder in remission. J Clin Sleep Med. 2020;16(8):1419–1420.
- Kelly Bulkeley, Tracey L. Kahan, The impact of September 11 on dreaming, Consciousness and Cognition, Volume 17, Issue 4,
- 2008, Pages 1248-1256,
- Mellman, T.A., David, D., Bustamante, V. et al.
Dreams in the Acute Aftermath of Trauma
and Their Relationship to PTSD. J Trauma Stress 14, 241–247 (2001).
- Pesant, N., & Zadra, A. (2004). Working with dreams in therapy: What do we know and what should we do? Clinical Psychology Review, 24(5), 489–512.
- Schredl, M. (2012). Review of The nature and functions of dreaming [Review of the book The nature and functions of dreaming, by E. Hartmann]. Dreaming, 22(2), 150–155.
- Schredl, M., & Bulkeley, K. (2020). Dreaming and the COVID-19 pandemic: A survey in a U.S. sample. Dreaming, 30(3), 189–198.
- Wang, C., Horby, P. W., Hayden, F. G., & Gao, G. F. (2020).
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- Wood, J. M., Bootzin, R. R., Rosenhan, D., Nolen-Hoeksema, S., & Jourden, F. (1992).
Effects of the 1989 San Francisco earthquake
on frequency and content of nightmares. Journal of Abnormal Psychology, 101(2), 219–224.
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